Roulotte Antenate (Caravan) il forum

ALSAZIA 2022 - questa volta con la Laika.

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view post Posted on 7/9/2022, 22:39
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Campeggiatore nell'anima

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Buongiorno a tutti; eccoci qua a descrivere le vacanze di quest’anno, ovvero la prima uscita un po’ più lunga dopo il periodo, per la verità non ancora finito, delle restrizioni post pandemia. La descrizione è diretta a tutti coloro che vorranno rinfrescare la memoria o a chi vorrà programmare un futuro viaggio ma anche a me stesso per ricordare i bei momenti passati. Come al solito è più lungo il racconto del viaggio stesso, ma ormai vi ho abituati ai romanzi stile “Divina Commedia”…beh, si insomma quasi….per cui, per chi lo vorrà leggere, si armi di pazienza (magari se vuole può usarlo anche come sonnifero al posto della conta delle pecore).
Dopo i due anni passati nel camping Casa dei Prati all’Isola d’Elba, quest’anno abbiamo deciso di allontanarci un po’, visto anche il clima pandemico più tranquillo e senza restrizioni sia in Italia che per l’estero.

Ma bando alle ciance e iniziamo con la preparazione del viaggio che, come spesso mi è successo, non ha previsto grandi manovre. L’unica certezza erano le due settimane di ferie previste alla fine di Agosto e primi di Settembre, ma anche lì c’è stata fino all’ultimo l’incertezza della data di partenza, ovvero io avrei preferito partire già sabato 20 o al più domenica 21 Agosto, così almeno non avrei viaggiato in compagnia degli amici TIR, ma poi esigenze lavorative mi hanno costretto a decidere per la partenza solo lunedì 22 (il rientro era previsto al massimo per il 31 perché poi partiva il lavoro scolastico della figlia che ancora una volta ha voluto accompagnarci - fra un po’ ci farà da badante)…

Inizialmente avevo preso in considerazione di andare in Sardegna, su “invito” dello splendido mare ma anche dei colleghi e amici di lavoro che, essendo sardi, mi avevano anche elargito alcune utili informazioni; oltre a tutto una simulazione di preventivo per la traversata con roulotte mi aveva quasi convinto verso questa meta visto che il costo si era rivelato abbordabile (intorno ai 400 euro A/R da Livorno a Golfo Aranci, contro alcune cifre intorno anche a 1000 euro che avevo sentito da alcuni anche sul forum antenate). Purtroppo la probabile possibilità di un rientro anticipato per problematiche lavorative mi hanno fatto desistere da questa meta.

Insomma e in definitiva si abbandonano i propositi sardi e si punta ad altro, decidendo infine ancora una volta per la Francia e, in particolare, in questa occasione per l’Alsazia.
In Alsazia c’ero già stato 4 anni fa sfruttando una tre giorni di un convegno a Moulhouse (sul mio profilo di Antenatibook c’è ancora il resoconto) che mi aveva permesso, in un solo giorno disponibile per esplorare i dintorni, di assaporare il clima Alsaziano visitando Colmar, Eguisheim e il castello di Hauth Koneisbourg e facendomi innamorare di questa parte di Francia; perciò stavolta abbiamo deciso di percorrere ancora questo itinerario, magari variando i posti da visitare come piace a noi, ma utilizzando la nostra fedele compagna a due ruote, ovvero la Laika Polo 39 che tutto sommato porta ancora benissimo i suoi 35 anni.

E così arriviamo a lunedì 22/08 e in tarda mattinata (erano ormai le 10) agganciamo la fedele Laika (preparata a puntino in settimana) e partiamo per la meta Alsaziana. Già le prime code in A1 mi convincono a prendere la A1 panoramica invece della più trafficata Direttissima, ma almeno si respira un po’ di aria fresca appenninica; qualche sosta lungo il percorso anche per fare un po’ di spesa e si continua l’avvicinamento alla meta.
La prima sosta in Area di servizio Cantagallo (BO).

1-area_di_sosta

Usciamo nella zona di Fino Mornasco per fare il pieno (in previsione che in Svizzera il carburante sia più caro, come in effetti è stato), per le ultime spese e per acquistare la vignetta, anzi due, visto che ci vuole anche per la Laika, ma che acquisteremo solo alla frontiera e nemmeno a quella autostradale ma a quella sulla strada normale di Chiasso, dove non c’erano né coda né controlli e dove avevamo deviato per un errore di rotta. L’obiettivo per oggi è di rompere il viaggio con una sosta intermedia a Lucerna, dove avevo individuato il campeggio utile anche per visitare, o meglio per dare un’occhiatina veloce, a Lucerna stessa. Purtroppo non avevamo telefonato un po’ per l’incertezza della data di partenza e un po’ confidando nel fatto che i campeggi fossero già più vuoti essendo passato il periodo ferragostano. Niente di più sbagliato! Infatti il campeggio del gruppo TCS (dopo metterò nome e recensione più dettagliata, dove possibile) risulta pieno, l’altro che avevo individuato non ricordavo l’indirizzo (e un problema col navigatore non mi ha permesso di rintracciarlo), per cui ci facciamo dare alla reception delle indicazioni per un altro campeggio, che fatichiamo non poco a trovare essendo a una quindicina di km da quello individuato inizialmente e dove giungiamo ormai a notte inoltrata (erano le 21 e 30); ci avevano dato l’indicazione di questo campeggio perché facente parte dello stesso circuito TCS; inizialmente avevamo posizionato il treno in un’area di sosta lungo l’autostrada convinti ormai di passare la notte lì, poi per fortuna e con l’aiuto di alcuni Santi (veri) e un angelo “umano” che dopo aver chiesto 15 Franchi per sostare la notte (tariffa prevista da un cartello presente all’ingresso del parcheggio) ci dà le indicazioni precise che non avevamo avuto in precedenza, e così raggiungiamo il campeggio prima segnalatoci. In breve dopo aver “svegliato” il guardiano che arriva dopo 20 secondi in bici, gentilmente ci assegna una bella piazzola rivalago , confermando la registrazione per la mattina successiva e così anche per oggi abbiamo salvato la giornata con il giusto posizionamento.
Il campeggio si trova a Sempach sull’omonimo lago, con servizi e piazzola in ordine e visto che avevamo adocchiato una bella torre all’ingresso del paese, la mattina successiva prima di lasciare la piazzola (entro mezzogiorno), approfittiamo per visitare Sempach, cittadina piccola e bellina ma con prezzi “Svizzeri”, poco alla portata di noi italiani (naturalmente parlo per me, impiegato semi pensionato…., per altri si spera la situazione sia migliore).

Camping di Sempach (Svizzera) - un bel Volkswagen d'epoca guidato da una Signora sola e un edificio (museo) nel centro storico.

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3-sempach

Si riparte tralasciando la visita di Lucerna (che non visiteremo nemmeno al ritorno perché probabilmente così era stato scritto, nonostante ci avessi fatto quasi una fissa su visitare almeno il famoso ponte sul lago omonimo) e l’obiettivo va direttamente a Strasburgo, vera meta principale di questo viaggio, anche se, come ormai consuetudine, i nostri viaggi sono estremamente aperti a variazioni istantanee e spesso più che piacevoli come è stato anche stavolta; ah la forza della roulotte!!
Seguiamo la A35 l’Autostrada che ci conduce direttamente a Strasburgo e che ci dà “lezione” anche a noi, cioè a me che ci lavoro, come si fanno correttamente le Autostrade (ma non è questo il contesto per parlarne) comprese le nuove aree di sosta e i pedaggi che, contrariamente a quando avevo sentito, sono stati veramente irrisori. A Strasburgo altra amara sorpresa; il camping alle porte della città, anzi quasi in centro, è completo (la spia erano i numerosi camper in attesa nell’area esterna) ma alla reception ci danno altri nominativi fra cui il più vicino è a Wasselonne, ovvero a circa 20 km da Strasburgo; per noi che abbiamo la roulotte non è un grosso problema, qualche noia in più se avessimo avuto il camper. Dopo circa 20 minuti arriviamo al camping indicato dopo aver imboccato una valle delle prime propaggini dei Vosgi e attraversato un grazioso paesino in stile Alsaziano. Mi sa che anche stavolta i nostri santi abbiano fatto un lavoro egregio, portandoci in un campeggio tranquillo, lontano dalla confusione ma al tempo stesso capace di farci apprezzare le bellezze dei luoghi. Piazzola molto grande, servizi buoni, niente animazione e piscina comunale a disposizione ma che non utilizziamo (sono un acquario ma abbastanza allergico all’acqua…).
Dopo una veloce visita al centro commerciale vicino e una sosta per apprezzare i monumenti del paese limitrofo ci concediamo una bella cenetta e un sonno ristoratore.

Visione di Wasselonne alle pendici dei Vosgi e il camping - Only Camp.

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Per la cronaca quest’anno la dotazione accessoristica della roulotte ha previsto alcune variazioni; la più importante è stata l’adozione di un frigorifero portatile bivalente che ha risolto egregiamente il parziale guasto di quello in dotazione alla Laika (funzionava solo il freezer ma tenendo aperto lo sportellino sono riuscito ad avere fresche almeno le bibite); l’altra è l’adozione di un gazebo al posto del tendalino originale (che ho ancora) perché quest’ultimo manifestava i segni dell’età con alcune parti un po’ logore; insomma il gazebo ha risolto in maniera ottimale anche questa cosa permettendoci ottime cene all’aperto e sufficientemente riparati da vento e privacy. Tanto per fare un po’ di invidia alla Bicina la mia Signora si è messa a fare tendine per le finestre di cucina e del bagno e una tenda per la porta, ma niente a che vedere con i ricami di Odalisca, che è e rimane unica.
Il giorno 24 lo dedichiamo alla visita esclusiva di Strasburgo per cui la mattina ci indirizziamo verso la Capitale Europea, parcheggiamo nel parcheggio del Centro per l’arte contemporanea e visitiamo la Petit France, ovvero il quartiere del Centro Storico con il Museo del Palazzo di Rohan dove scopro per la prima volta di essere passato fra gli anziani in quando ho diritto alla riduzione sul biglietto di ingresso (ma in Francia gli sconti iniziano a 60 anni e non a 65 come in Italia…magra consolazione ma almeno prendiamo il lato buono…si risparmia….).
Le signore si attardano in negozi già in stile “Natalizio”, comunque nonostante ci presentassimo un’ora prima del previsto non riusciamo a partecipare allo spettacolo dell’orologio astronomico nella bellissima Cattedrale di Notre Dame che alle 12.30 di ogni giorno si anima con le figure degli Apostoli che girano intorno a Gesù, con il gallo che canta, ecc. (occorreva la prenotazione ma era ormai tutto esaurito), per cui ci accontentiamo dello spettacolo parziale che ogni mezzora ci presenta con la sola battuta della mezz’ora, appunto…meglio che niente. Riprendiamo la macchina dopo ben 6 ore e passa di sosta, dal parcheggio coperto (e con musica rilassante) pagando ben 6,40 euro, praticamente come il parcheggio in piazza della stazione a Firenze dopo poco più di un’ora di sosta, della serie c’è chi il turismo lo incentiva e c’è chi invece cerca di spremerlo o allontanarlo…e chiudo qui la polemica.
Prima di rientrare al campeggio ci resta il tempo per fare una foto di rito al Palazzo del Consiglio d’Europa e a quello del Parlamento Europeo, non senza un briciolo di emozione…beh dai è pur sempre una bella Istituzione.

Alcune viste di Strasburgo (La Petite France), il museo Rohan, la Cattedrale con l'orologio astronomico, il palazzo del Consiglio d'Europa e la sosta in una nuovissima area di servizio.

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Dato che la nostra giornata è un po’ più lunga dei comuni mortali (si sa siamo un po’ extraterrestri, più extra che terrestri, come direbbe il buon Bud Spencer), si va a dare un’occhiata anche a Saverne, ovvero il paese non lontano da Wasselonne che si trova sul canale navigabile che collega la Marna al Reno (ha anche un porto dove “soggiornano” anche dei Vintage Boat) e dove fotografiamo il centro storico e il bel castello di Rohan in pietra rossa Alsaziana che risalta particolarmente con le luci del tramonto (anche se ormai è già chiuso per le visite). Una bella doccia, una corposa cena e un salutare riposo quando ormai sono le 23.30 e tutti se la dormono già tranquillamente da un bel po’, chiudono questa bella giornata (si, lo so, siamo extraterrestri anche con gli orari dei campeggi, ovvero ci facciamo la doccia quando gli altri rigovernano le stoviglie, ma almeno non troviamo affollamenti e comunque facciamo tutto in modo da non disturbare assolutamente).

Saverne - castello Rohan.

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Il giorno 25 è una tappa di trasferimento verso quello che è previsto come punto focale del viaggio, ovvero il campeggio e la cittadina di Riquevihr in quanto centrale per visitare buona parte dell’Alsazia (fra l’altro il campeggio è stato individuato anche grazie al forum con gli appunti di gisemy – che ringrazio tramite il forum - che soggiornò proprio in quel campeggio che si è rivelato ottimo anche per noi).
Arriviamo che la Reception è ancora chiusa e ci sono altri quattro mezzi in attesa; un rapido giro di perlustrazione mi fa tirare un sospiro di sollievo in quanto di piazzole libere ce ne sono per cui ne approfittiamo per mangiare qualcosa al volo e alle 14 in punto, dopo che sono entrati gli altri che erano in attesa e fatto 4 chiacchere, anzi 2 visto che ci parlava solo la figlia, con un’olandese dietro a noi, entriamo e ci sistemiamo con tanto di gazebo e tende parasole. Nel pomeriggio ne approfittiamo per fare un bel giro a Riquevihr e immergersi nell’atmosfera dell’architettura Alsaziana un po’ Disneyana ma molto apprezzata dal sottoscritto. Un rapido passaggio per “annusare” Kaisersberg (che visiteremo domani in maniera più approfondita) e una bella cenetta sotto al gazebo conclude in maniera degna la giornata.

Riquevihr...un salto a New York....una delle tendine ricamate (pro Bicina) e il camping a Riquevihr con panoramica del nuovo accampamento esterno.

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Nel camping di Riquevihr ci siamo fermati tre giorni, proprio per la centralità del posto anche se in alcuni casi ci siamo riavvicinati a Strasburgo. Comunque il giorno 26/08 ci siamo diretti di buon mattino a Ribeauville, il paese dei Pifferai, anche questo veramente bello e caratteristico; nel ritornare al camping si visita brevemente anche Zellenberg, ovvero il piccolo paese che si intravede dal campeggio, non con grandi bellezze ma con un bell’odorino di mosto, d’altra parte essendo la caratteristica principale del luogo le sterminate estensioni di vigne (siamo sulla route des vins dell’Alsazia), il principale profumo non poteva che essere quello del vino e delle cantine (in più è iniziata proprio in questi giorni la vendemmia….).

Ribeauville, un bel nido di cicogne (l'unico che abbiamo trovato con gli inquilini presenti), il muro fiorito con al di là un...cimitero e uno spettacolare giardino a Zellenberg.

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Sempre in mattinata e prima di passare da Zellenberg, andiamo a visitare più approfonditamente anche Kaisersberg che avevamo già "sfiorato" ieri mattina, con altre case a graticcio caratteristiche, dei bei castelli e torrioni sullo sfondo e anche un bel polittico in una chiesa con figure in rilievo o toreuma (ripreso dal sig. Google). Insomma in questi paesini non ci si annoia e c'è sempre qualcosa di interessante da vedere, oltre a passeggiare piacevolmente fra le viuzze e i negozi.
Nel pomeriggio decidiamo di fare qualche km in più e ritornare verso Strasburgo per visitare Sèlestat ; parcheggiamo proprio sotto la cattedrale di Saint Georges, ovvero in pieno centro storico e per soli 70 centesimi il parcheggio è valido fino al giorno successivo…e non dico altro dato che ho già commentato sopra nel caso di Strasburgo.
All’ufficio del turismo ci danno una piantina con un percorso già ben delineato e lo percorriamo quasi tutto (anche se a ritroso), scoprendo delle vere chicche (l’unica pecca è non aver fatto in tempo a visitare la Biblioteca Umanistica perché troppo vicini all’ora di chiusura); un simpatico incontro con Derrik che proviene dall’Inghilterra ed ha visitato a piedi buona parte dell’Italia, suggellata da una stretta di mano e una birretta fresca (lo abbiamo aiutato nella ricerca di un ostello per passare la notte che stava cercando), conclude la bella e faticosa giornata, non senza la classica cenetta sotto al gazebo in campeggio.

Kaisersberg e Sèlestat con particolari curiosi.

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Sabato 27 si preannuncia come una giornata piena di impegni come al solito, ovvero a riempire tutti gli spazi della giornata.
Una buona colazione in roulotte e poi si parte verso Gertwiller (molti paesi da queste parti finiscono con Willer, chissà se incontrerò anche il buon Tex…eh…eh…ehm….per quello però basta andare a Casale di Pari, nel Grossetano, dove è nato Aurelio Galleppini, papà di Tex Willer e già visitato qualche tempo fa…ndr).
A Gertwiller troveremo due vere e proprie perle per la gioia della glicemia (da queste parti mi sa che glicemia e colesterolo fanno la ola), ovvero prima la casa del Pain d’èpices (Pan di spezie o, come c’è a Siena e qui in toscana il Panpepato), una sorta di negozio artigianale, con tanto di museo annesso; la Signora al bancone apre a noi il Museo e con modica cifra ci lascia soli all’interno. A dir poco una meraviglia! Una stanza intera all’interno del sottotetto spiovente, tipico delle case alsaziane (e finalmente ne vediamo la struttura dall’interno), piena zeppa di oggetti delle più svariate forme relative alla fabbricazione di questo dolce tipico, con la riproduzione anche della casa di Hansel e Gretel che certamente ha molte attinenze con questi dolci (non so se è il dolce che ha ispirato la favola o viceversa o forse non c’entra niente, boh). Alla fine del museo si fanno anche acquisti al negozio perché d’accordo che ci sono alcune restrizioni alimentari, ma l’eccezione c’è sempre a confermare la regola e in questi negozi le tentazioni in tal senso non mancano. Finita la visita gastronomico-culturale ci dirigiamo alla vicina Barr dove si sta concludendo il mercato settimanale e facciamo il solito giro nel centro storico e nella piazza principale che è piuttosto particolare; anche qui, come in molti paesi francesi, siamo in presenza di un Villaggio Fiorito, chiamato così per la presenza e la cura, direi quasi maniacale, per i fiori e l’abbellimento floreale di tutto quello che può essere fiorito (ho fotografato pure il muro di cinta di un cimitero, pieno di fiori pure quello); rappresentano sicuramente un bel biglietto da visita sia per il turista che per il residente e si ammirano sempre con piacere.

Uno dei templi del peccato di gola...e che peccato!!!!

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Dopo la piazza (sempre a Barr), ci dirigiamo verso il Palazzo che ospita il Museo delle Folies di Marco, un palazzo settecentesco con arredi originali allestito e conservato fino alla metà del secolo scorso da due fratelli; in attesa dell’apertura facciamo un altro mezzo giretto per il paese e poi visitiamo il palazzo (siamo gli unici visitatori a cui più tardi si aggiungono 2 tedeschi, tanto che l’addetta all’accoglienza si divide fra noi – in francese e italiano – e loro per dare le spiegazioni lungo i tre piani dell’edificio in un vero tour de force – ma lei ci dice che è allenata). Visitiamo velocemente anche il giardino perché la stessa Signora ci ha elargito altri utili consigli che vogliamo mettere a frutto. Innanzitutto ci ha consigliato di visitare l’altro negozio del Pain d’èpice che si trova poco distante da quello visto in mattinata; ci dice che è più a livello industriale rispetto al precedente ma anche questo offre un piccolo spettacolo relativo sempre a questo dolce e poi ci da altri consigli sulla visita, già da noi prevista, al Monte di Saint Odile dove è venerata la Santa patrona dell’Alsazia. Purtroppo per tornare al paese di Gertwiller bisogna allungare il percorso di 7/8 km a causa di un rallye in svolgimento nella zona (fra l’altro con belle auto d’epoca) ma la cosa ne varrà la pena. Parcheggiamo e ci infiliamo nel percorso dal retro del negozio e ci tuffiamo in un vero e proprio paese dei balocchi, sullo stile di Disneyland Paris, con allestimenti multimediali, in stile, ecc. e visione sul laboratorio di pasticceria; il percorso finisce inevitabilmente nel negozio “acchiappa turisti” vasto tre volte quello della mattina e dove, come detto all’inizio, ci sono glicemia e colesterolo che fanno la ola.
In questo caso la fa da padrone l’omino focaccina o Bonhomme come lo chiamano qui o Zizu (credo) come da saga di Shrek ovvero il bambolotto di pasta frolla che ormai si trova in tutte le salse…pardon farine…

Il museo a Barr Les folies Marco e l'altro tempio del peccato di gola per la gioia di glicemia e colesterolo (senza dimenticare i trigliceridi) a Gerstwiller.

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Si esce da questo luogo di perdizione e si sale ai 763 msm del Monte Saint Odile dove appunto viene venerata la Santa patrona Alsaziana. Visita del convento, della tomba della Santa e dei giardini con vista panoramica su tutta l’Alsazia fino ai contrafforti della Germania, alla Foresta Nera e ai Vosgi alle spalle; veramente un bel vedere. Si ridiscende a valle per la strada della fonte miracolosa (sempre legata a Saint Odile) ma dato che non è tardissimo si fa un salto anche a Obernai con sosta e giro per il bel centro storico a fotografare le caratteristiche case a graticcio (qualcuno potrebbe dire “vista una, viste tutte”, ma in realtà la vista non stanca perché pur nella caratteristica costruttiva comune, sono tutte diverse e con particolari a volte veramente interessanti…e poi vedere tutti quei bei colori e balconi fioriti – e non solo balconi – ti riempie di gioia anche il solo camminare, sembra di essere in un’altra epoca).

Un po' di santità col Monte di Saint Odile per rifarsi dei peccati di gola e Obernai.

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Si rientra in campeggio che sono ormai quasi le 21 e stavolta ci facciamo attirare dal casottino della pizza in campeggio e ce ne gustiamo una a testa sotto al gazebo (almeno questa volta son buone veramente).
Domenica 28 dovrebbe già essere il giorno del rientro o perlomeno una tappa di riavvicinamento verso l’Italia, ma una volta in Autostrada e avendo visto il cartello per Equisheim, decidiamo di fare una puntatina al paese già visitato nel corso della precedente e breve visita di 4 anni fa, anche se abbiamo la roulotte al seguito. Prima di arrivare al paese un cartello annuncia lo svolgimento della Festa dell’Uva con tanto di sfilata in costume; tanto bastò per dirigere il treno verso le indicazioni per il Camping Le tres Chateau, poco sopra al paese e anche i timori di trovare tutto completo per la festa in corso si diradano per la presenza di varie piazzole libere. Questa volta evito di montare il gazebo ma alle tre del pomeriggio siamo tutti e tre rivolti con la prua…pardon il naso, verso il centro del paese per assistere al corteggio storico. Per la modica cifra di 4 euro a testa si fa l’ingresso in paese che, a mia memoria, ricordavo era il più caratteristico dell’Alsazia e infatti lo confermo a pieno titolo (secondo me anche più caratteristico di Riquevihr).
C’è molta gente, pochi o quasi nessuno con la mascherina e anche noi abbassiamo un po’ la guardia, anche se la nostra attenzione è stata sempre alta, per rispetto nostro e altrui. Si susseguono le bande con musica varia (c’è persino un gruppo di cornamuse scozzesi) nonché sfilate di personaggi in costumi alsaziani con balli e musiche per le vie del paese e sul palco nella piazza centrale, uno spettacolo veramente imperdibile e meno male che non l’abbiamo tralasciato. La sera è previsto un altro spettacolo alle 20 e poi i fuochi d’artificio alle 23 ma nel frattempo decidiamo di fare un giretto in auto nei dintorni, non prima di aver fatto visita ad una cantina all’inizio del paese con tanto di degustazione di alcuni vini alsaziani (della serie vigne a perdita d’occhio ma lo stesso vale anche per i vini), arrivando fino a Turckheim per vedere anche questa bella cittadina ricca anch’essa di edifici storici e stradine caratteristiche (a conferma che questi posti non vengono certo a noia).
Si rientra in campeggio e si cena in attesa dei fuochi d’artificio che però non vengono fatti forse per la presenza di un po’ di vento.

Equisheim e le sfilate storiche e bandistiche e finalmente un po' di goduria enotecaria per far contento anche il fegato. Infine uno sguardo a Turckheim, ennesimo villaggio fiorito.

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E siamo arrivati così al lunedì 29/08 ed è veramente il giorno della ripartenza; anche sulla via del ritorno è prevista una tappa intermedia in Svizzera vicino a Lucerna o a Bellinzona, già più vicina all’Italia. Dopo una sosta vicino a Colmar dove in un centro commerciale conosco anche Antonio, nato in Francia ma di origini Siciliane e non ha perso certamente né l’idioma né lo spirito isolano e italiano, si riparte e dopo una piccola coda di 20 minuti al San Gottardo (più per lavori che per lo stop al tunnel), si arriva a Bellinzona (ormai è destino che Lucerna la debba visitare in altra data).
Il campeggio più a portata di mano è appena fuori l’autostrada 2 (E35) ovvero il Camping Bellinzona; ci piazziamo e visto che non è tardi, facciamo una “breve” deviazione a Locarno per visitarla dato che ci avevano detto che era una bella cittadina; se devo essere sincero non mi è piaciuta molto, forse perché ormai abituato alle architetture alsaziane, forse perché a parte qualche particolare Barocco non ha molto da offrire a un turista frettoloso…ma anche a quello, italiano, un po’ più attento direi che mal si adatta al tenore di vita svizzero; si notava anche dai tavolini dei ristoranti, affollatissimi quelli alsaziani, semi vuoti quelli a Locarno (d’altra parte se paghi una porzione di fegato alla veneziana 35 Franchi e una bistecca (presumo alla Fiorentina), quasi 90 Franchi…..). A parte quanto sopra comunque i paesaggi sono molto belli e pure i castelli che si intravedevano nei dintorni, compreso quello di Bellinzona, fra i più grandi della zona. Riguardo al campeggio niente da dire riguardo a pulizia e ordine, solo il difetto di essere troppo “cittadino”, con rumori di traffico e di troppi lavori nelle vicinanze (l’asfaltatura notturna e la demolizione con idrogetto la potevano anche fare in giornata e non fino a tarda sera se non notte inoltrata)…il tutto per la modica cifra di 59 Fr (ovvero 65 € come riportato in fattura, mentre quelli in Francia al massimo 30 Euro un 4 stelle, questo ne aveva solo 3).
La notte ci sveglia improvvisamente con tuoni e lampi per l’avvicinarsi di un temporale, tanto che ci tocca portare in roulotte il frigo e mettere in fretta e furia sedie e tavolino in auto, ma per fortuna accompagnata solo da 4 gocce di pioggia.
La mattina si riparte e dopo altri 20 minuti di coda in dogana con i doganieri che facevano passare uno alla volta mentre chiacchieravano allegramente fra loro (meglio così, il timore era il solito, quello della pesa), si rientra in Italia fermandosi spesso (in un Autogrill ci affianchiamo ad una bella Eriba datata ma i proprietari sono indifferenti anche ai Ns saluti); un po’ di coda a Reggio Emilia causati dai lavori in corso a cui partecipa anche…ehm…il sottoscritto e un bel temporale in arrivo, mi fanno deviare per la Cisa (mai fatta in precedenza) e nonostante le pendenza e la tortuosità di questa autostrada il treno si comporta bene e in serata la roulottina è già nel rimessaggio in attesa di riporla al coperto e magari di riportarla fuori un po’ più spesso…chissà, vedremo.

Il San Gottardo, i prezzi del carburante svizzero (in franchi Svizzeri), alcuni particolari di Locarno e il camping a Bellinzona con la parte stanziale e quella itinerante. Infine due riflessi d'epoca (i cerchioni sono di un pulmino Volkswagen restaurato magnificamente).

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Come detto in precedenza quest’anno di novità c’è stata l’adozione di un frigo portatile bivalente (batteria in auto e a corrente in campeggio) che ha svolto egregiamente il suo compito integrando quello della roulotte e l’adozione di un gazebo smontabile all’occorrenza; il treno, nonostante il chilometraggio della macchina, che un po’ mi aveva fatto temere per la tenuta anche se l’avevo adeguatamente tagliandata prima della partenza, e la consapevolezza di essere piuttosto al limite, si è comportato egregiamente pur alle velocità da codice, senza nessuna incertezza, confermando che quando i carichi sono equilibrati il comportamento anche in situazioni di emergenza è sostanzialmente sicuro. Certo, come direbbe Gianluca (Supersimbol), oltre ai Santi in cielo comincia a farsi sentire anche la necessità del Santo Mover sulla terra che in un caso mi avrebbe risparmiato qualche sudorino, dovendo posizionare a mano la Laika su uno spessore a cuneo laterale (tralascio le comiche del tira – spingi, ora ferma, ora troppo, ora poco, ecc.), ma a parte questo quasi tutte le manovre sono state fatte con retromarce e aggiustamenti minimi a mano, compreso gli scarichi del wc chimico e acque chiare che stavolta ho sempre fatto utilizzando le apposite aree di scarico all’aperto nei campeggi senza usare le solite taniche spacca schiena (anche se con apposito carrellino Ikea in dotazione).
In conclusione quindi mi ritengo ancora una volta soddisfatto della gita, del treno e della Laika che, senza prenotare alcunchè mi ha permesso di conoscere ed esplorare una bella fetta di territorio dove, non lo nego, abiterei volentieri perché l’Alsazia ha un qualcosa di armonioso che in altre parti del territorio manca e ti fa sentire in pace anche con te stesso…(ora basta altrimenti filosofeggio un po’ troppo).
Grazie per la pazienza e l’attenzione.
Sauro, Patrizia e Irene con Laika Polo 39 GL.

Senza parole (ne ho scritte fin troppe qui sopra).

IMG_20220826_230046

p.s. scusate per la lunghezza del racconto ma mi piace fissare questi bei ricordi in modo da poterli richiamare anche in seguito, oltre al piacere di condividerli con voi.
 
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view post Posted on 7/9/2022, 23:12
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Gitano allo stato puro

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Davvero un bel viaggio e bellissime immagini! Grazie!
 
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view post Posted on 8/9/2022, 08:06
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Viaggia a 6 ruote

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Anche questo viaggio letto tutto d'un fiato...bellissimo e bellissime immagini !!!
...bravo...!!!
:ditosu:

Edited by marco-isa - 8/9/2022, 13:25
 
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view post Posted on 8/9/2022, 13:21
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Roulottista

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Grande!!
Bel viaggio, bel racconto e belle fotografie.
Grazie per aver condiviso.
 
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view post Posted on 10/9/2022, 15:05
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Gitano allo stato puro

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Bel racconto e bei posti.
anche questa regione è nell'elenco dei luoghi da visitare
 
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view post Posted on 10/9/2022, 19:49
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Gitano allo stato puro

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Che altro posso dire se non un grazie di cuore per aver condiviso.
 
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view post Posted on 14/12/2022, 22:07
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Vive in roulotte

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bellissimo resoconto.
L'Alsazia è una meta che consiglio, anche se noto che sta diventando anch'essa molto turistica
 
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6 replies since 7/9/2022, 22:39   435 views
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