| Non voglio descrivere un itinerario particolare, ma spiegare cosa potrebbe esserci di interessante, dal mio punto di vista, nel vistare questa regione.
Cominciamo dai menhir e dai dolmen. Sembrano più apprezzati dai turisti che dagli stessi Bretoni, molti dei quali hanno solo una vaga idea di cosa si tratti. Sono monumenti megalitici risalenti a migliaia di anni fa, realizzati da popoli vissuti ancora prima dei Celti. Quindi non c’è niente di più sbagliato ad associare i menhir ad Obelix. Quando Obelix è nato, i menhir erano stati messi da moltissimi secoli. Cominciamo quindi dai menhir. Sono pietre allungate, conficcate nel terreno. Sono di varie altezze, da meno di un metro fino ad alcuni metri di altezza. Alcuni di questi sono stati cristianizzati: in cima è stata messa una croce in pietra, oppure sulla pietra sono stati incisi simboli cristiani. Si trovano spesso in aperta campagna e, penso, dovrebbero avere a che fare con sepolture e religione. E’ bello andare a cercarli (adesso il navigatore satellitare aiuta molto, qualche anno fa era come essere alla caccia al tesoro). I menhir più famosi sono quelli di Carnac, ma forse l’afflusso turistico rende la zona poco mistica e fa perdere parte del loro fascino.
I dolmen e le alléés couvertes. I primi consistono in due file di sassi messi in verticale sormontati da pietre piatte. Le seconde sono dei corridoi creati con una successione di pietre messe a V capovolta. Talvolta le dimensioni di questi monumenti sono ragguardevoli. Presumibilmente si tratta di luoghi di sepoltura.
Infine troviamo i tumuli: importanti luoghi di sepoltura creati coprendo di sassi dei dolmen. Stupiscono, oltre che per le dimensioni, per l’abilità dimostrata nella loro realizzazione, soprattutto se si pensa che furono costruiti da persone giovanissime, vista l’aspettativa di vita a quei tempi. Ci si chiede, tutte le volte, come abbiano fatto a spostare certi massi e ci si rende conto che, anche senza tecnologie moderne, l’unione di molti individui ha permesso di realizzare opere stupefacenti.
Passiamo ora alla religione cristiana. In molte zone della Bretagna gli incroci di strade ora magari secondarie, ma una volta importanti, sono contrassegnati da una croce in pietra. All’esterno di molte chiese (nel cortile delimitato da muri: “l’enclos”) esistono sculture scolpite in granito scuro locale. Si tratta quasi sempre di una crocifissione: da qui il loro nome: i calvari. I calvari più ricchi sotto la crocifissione hanno scolpite scene del Vangelo. Più raramente sono posti su una struttura importante. Una di queste ci è servita come riparo durante un temporale. Dei calvari è interessante notare la fattura naif delle figure. Associabili ai calvari, sono le sculture di santi che troviamo all’interno delle chiese. Appartengono a secoli differenti, ma è difficile dare loro una collocazione temporale: una statua del Quattrocento potrebbe sembrare più moderna di una del Seicento. Si ha l’idea di una cultura statica nel tempo e viene subito in mente il paragone con quella italiana, in continua evoluzione. Le statue solitamente rappresentano dei santi popolari in Bretagna, alcuni dei quali mai esistiti, in quanto si tratta di figure appartenenti alla cultura pre-cristiana che sono state associate alla religione. Un altro personaggio ricorrente è l’Ankou, in pratica la nostra morte. Si tratta soprattutto di statue in legno dipinte. All’interno delle chiese che si trovano vicino alla costa troviamo appesi al soffitto (spesso dipinto in un azzurro intenso) dei modellini di imbarcazioni: si tratta di “per grazia ricevuta” o oggetti per implorare la protezione ai pescatori. Preziosi sono gli stendardi che vengono poi portati nei numerosi “pardon”.
Un pardon è una processione molto particolare che ricorda alcune delle nostre. In alcuni luoghi la cerimonia dura l’intera giornata. Ogni paese ha la sua processione particolare: con i costumi tipici (con i merletti e le “coiffes” -i tipici copricapi bretoni per le donne), con i canti religiosi che troviamo solo in Bretagna, con banda folkloristica (diremmo noi non Bretoni) e, talvolta, il gran falò finale. Partecipare ad un pardon può essere un’esperienza indimenticabile. A Sant’Anna (Santa patrona della Bretagna) si tengono pardon importanti.
Torniamo alle chiese: sono spesso buie, non tanto per la mancanza di aperture, ma per la luminosità ambientale della zona. Hanno l’enclos, talvolta con ingresso ad arco oppure con passaggi chiusi da pietre verticali (penso per non fare entrare gli animali). Alcune chiese hanno un ingresso con delle statue (in pietra) di santi ai lati, poiché prima della porta c’è un breve corridoio da percorrere. Somigliano tutte come stile, anche se le dimensioni sono spesso differenti. Il campanile è molto importante e le chiese hanno guglie e pennoni. Molte piccole chiese vengono chiamate cappelle. Alcune di queste sono da visitare. Una caratteristica di alcune cappelle è la scalinata esterna, sul lato del tetto, che permette di accedere alle campane.
Quindi abbiamo già alcuni motivi per visitare la Bretagna: i monumenti megalitici, i calvari, le chiese e i pardon.
La maree sono un’altra cosa per cui vale la pena di andare in Bretagna. Possono arrivare a più di 11 metri di altezza e sono un fenomeno inquietante e meraviglioso. Si vede crescere il mare in maniera velocissima, si creano vortici e mulinelli e il mare sembra bollire. Gli scogli si coprono di schiuma bianca che fatica a disperdersi. Grossi scogli si coprono d’acqua, spiagge sabbiose scompaiono anche per più di un chilometro. Poi con la bassa marea fiumi d’acqua si creano in direzione del mare che si è abbassato. Le barche che prima galleggiavano rimangono appoggiare alla sabbia. I “marais” ripresentano la loro vegetazione di terra e di mare nello stesso tempo. Le spiagge sabbiose si popolano di persone che vanno a cogliere molluschi.
Poi abbiamo alcuni posti o manifestazioni particolari: per le manifestazioni cito il festival interceltico di Lorient e i fest noz (festeggiamenti serali), a cui non ho mai partecipato. I luoghi da vedere sono parecchi. Oltre al conosciutissimo Mont Saint Michel, che è in Normandia, ma al confine con la Bretagna, ne cito alcuni, ma non tutti: Saint Malo, Locronan, Pont Aven, Dinan, Vannes, Rennes, Concarneau, Douarnenez. Dal mio punto di vista non sono da perdere: l’isola di Ouessant, la riviera del granito rosa, les Sept Iles, Pointe de Raz e la baia dei trapassati. Solo questi posti valgono il viaggio in Bretagna.
E’ molto bello anche passeggiare lungo la costa percorrendo i facili sentieri, con poco dislivello. E’ possibile trovare dei libricini e carte geografiche con segnati alcuni di questi itinerari (anche in questo caso internet può aiutare). Nel posto in cui siete troverete itinerari particolari, magari che vi portano in stagni con il percorso facilitato da passerelle, a trovare cappelle sperdute o monumenti storici (dalle miniere di granito, alle terme gallo-romane, ai boschi in cui si dice ci siano i Korrigan, gli elfi malvagi Bretoni, a conformazioni rocciose particolari, a un faro ecc). Qualunque percorso si scelga, non si rimane delusi. E’ molto bello passeggiare in mezzo alle distese di erica, anche se, ho avuto l’impressione, ultimamente questa pianta non è così presente come in passato.
Non perdetevi i fari: solo a Ouessant ne trovate alcuni luminosi (tra cui due famosi), uno (in disuso di cui restano le vestigia) sonoro e uno radar (o qualcosa del genere). In Bretagna i fari sono tantissimi, quindi sceglietene alcuni interessanti.
L’unico posto famoso che sconsiglio è la foresta di Brocéliande. Qui non ho trovato proprio nulla di interessante.
Il cibo: personalmente apprezzo molto le cozze con sidro brut alla spina. In Bretagna si va a mangiare le cozze come noi andiamo in pizzeria, anche perché i prezzi sono molto popolari. Particolare anche la zuppa di pesce, un piatto povero della costa. Molto buoni anche i biscotti e i dolci fatti con il burro. Il burro salato (demi sel) lo potete apprezzare anche sui piatti italiani. Esistono poi altre specialità che ho apprezzato meno o che non ho conosciuto.
Più che altro questo è stato un flusso di coscienza, poco ordinato e poco approfondito. Spero solo di aver dato qualche ulteriore indicazione per chi vorrà visitare la Bretagna. Leggendo di alcuni viaggi in Bretagna (e non solo), mi sono reso conto che ognuno di noi ha la sua visione particolare del luogo. Io ho presentato la mia.
Edited by Baldo. - 25/11/2023, 13:16
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