| Negli ultimi anni dalla Valtellina mi sono recato in molte parti d'Italia, dalla parte adriatica e da quella tirrenica percorrendo parecchie volte Alpi e Appennini su strade anche secondarie, con giri di vario tipo, magari per cercare una chiesetta, un monastero o un castello sperduti. Mi mancano la Calabria, la Sicilia e la Sardegna. Le altre regioni le ho toccate tutte.
Le strade italiane non mi sembrano poi così disastrate.
All'estero si trova di meglio, ma anche di peggio rispetto alla media delle nostre strade. Ho girato parecchio la Francia, in Scozia o nel Regno Unito, quindi qualche termine di paragone l'ho.
Le strade che mi hanno preoccupato maggiormente, con roulotte o senza, non sono in Italia.
In compenso, se l'Italia è chiamata (e riconosciuta come) "il bel paese", forse una ragione c'è. Il Grand tour c'era (e c'è) solo in Italia. Non andavano in Francia o in Spagna a farlo.
Per i cantieri, non pensiate che all'estero le strade si riparino da sole... Anche in Francia o in Svizzera si trovano tratti con lavori in corso o con pecche (mi ricordo per esempio, i terribili lastroni di ghiaccio che alla sera, in primavera, si potevano trovare scendendo dal Bernina su una strada che avrebbe potuto sembrare perfetta).
Io mi reco più spesso in Francia, ma perché mi piacciono certe zone. Devo riconoscere, però, che l'Italia ha molto di più. In qualsiasi posto si vada si trovano cose molto interessanti: vestigia, monumenti, musei, chiese, castelli, paesaggi unici e altro. Cose spesso sconosciute. Andate in Basilicata, per esempio, per verificare. Non abbiamo bisogno di ricostruire ambienti storici (es. Caracassonne o Saint Malo) per attirare i turisti.
|
.
).
Io trovo che l'Italia sia diventata decisamente brutta, ad eccezione dei centri storici che si sono conservati (e sono tanti) e delle varie gemme architettoniche che si trovano un po' dappertutto. Brutte sono tutte le periferie, a cominciare dai condomini insulsi stile Beirut o Mosca (in uno dei quali vivo); ma non sono da meno le "villette" sorte dappertutto come funghi e che sono state costruite in spregio a qualsiasi senso dell'uniformita' stilistica ed architettonica, come se non fossimo in una terra unica, che ha migliaia di anni di civiltà, ma in un qualsiasi luogo sperduto del mondo, in cui la storia comincia più o meno dal giorno in cui si viene al mondo, e quello che c'è stato prima, non conta nulla perché non esiste . Come scriveva Argan molti anni fa, l'Italia ha conservato la sua bellezza inarrivabile fino agli anni 30. Poi è iniziato il declino, che (aggiungo io) dagli anni 60 è stata una catastrofe senza rimedio.
