Quest’anno il viaggio più lungo doveva essere in Portogallo, oppure in Scozia. Alla fine ha vinto il Montenegro, che neanche era tra i candidati.
I giorni a disposizione erano due settimane o poco più. Io in azienda sono riuscita a trovare ben 19 giorni tra un grande evento ed un importante meeting di strategia. Antonio per fine luglio ed inizio agosto non aveva in programma viaggi di lavoro fuori da Düsseldorf. Ma il 22, primo giorno delle nostre vacanze, c’era un matrimonio al quale proprio non potevamo mancare in quanto Antonio era uno dei testimoni. Ed ecco che, con non poca fatica, riusciamo a partire domenica nel primo pomeriggio.
La Elnagh è bella che pronta; da Krefeld, cittadina in cui riposa quando non la usiamo, partiamo in direzione Monaco percorrendo la A3, che Antonio conosce quasi a memoria.
Verso le 21:30 quasi per caso troviamo una sorta di area di sosta lungo il fiume Danubio. Ci sembra il luogo perfetto per dormire.
Il giorno dopo ripartiamo spediti attraversando l’Austria, la Slovenia e poi in Croazia verso sera arriviamo, dopo diverse ore di viaggio sotto una pioggia battente, all’Autocamo Zelena Dolina. Ci servirà come campo base per visitare le grotte di Plotvicke e per fare un’escursione di una decina di km a piedi.
Il 26 luglio riagganciamoci per fare una breve altra tappa verso più a sud della Croazia, precisamente all’Autocamp Sirena. Un carino campeggio a terrazze, con un buon ristorante. L’intento è di fare un paio di giorni di mare più una piccola escursione che però salterà a causa della prima notte passata insonne.
Dalle ore 21 circa infatti il sito è stato oggetto di forti raffiche di vento che arrivavano dalla costa. La Elnagh essendo la prima roulotte in direzione del vento, ed essendo anche circa 10 metri più alta rispetto al mare, riceveva delle forti raffiche di vento che letteralmente la facevano quasi ondeggiare, fino a spostarla, con tutto il freno tirato, di circa 10 cm in avanti.
Partiamo quindi in direzione metà finale, cioè Montenegro.
Percorriamo tutta la Croazia, fino all’ultimo metro quadrato di terra, con l’intento di passare la frontiera all’altezza di Vitaljina. Da lì Kotor dista solo circa 40 km. Ma non abbiano fatto i conti con una rivolta popolare in Montenegro, che blocca letteralmente la frontiera, e che ci farà restare per ben quattro ore a circa 15 metri dalla sbarra della dogana, senza poterla però superare. Alle 20, dopo ore di attesa sotto al sole cocente, la chilometrica coda di auto viene fatta lentamente passare. I manifestanti indietreggiano e si riesce a passare quasi normalmente.
Intorno alle 21:30 siano i primi di circa 5 equipaggi che arriveranno al primo campeggio, Zlokovic, che gentilmente sistemerà tutti per far passare la notte, pur non avendo fisicamente lo spazio (molte roulotte e camper verranno infatti parcheggiati lungo la strada principale del campeggio).
Il campeggio ci soddisfa, avevamo già pianificato di visitare la zona, quindi decidiamo di fermarci 3 notti. Questo sarà il nostro primo contatto con il Montenegro.
Dal Camping Zlokovic ci muoveremo poco in auto, e solo per visitare una vicina spiaggia dove faremo una giornata (quasi) di solo snorkeling e Petra delle riprese subacquee. Il fondale è molto particolare, con una natura quasi incontaminata.
Arriva però il giorno di ripartire per proseguire più a sud. Notiamo che con un traghetto c’è la possibilità di evitare l’interminabile lungo mare, o per lo meno di evitarne il pezzo più intenso di traffico. Ci svegliamo presto e ci imbarchiamo al porto di Kamenari che ci porterà a Lepedane (una manciata di km in linea d’aria). Il costo di auto e caravan è di 9 Euro, il traghetto da l’impressione di essere un residuato bellico dell’ultima, triste, guerra del Balcani. Gli addetti sono molto sbrigativi e non badano troppo alla forma.
Una volta al porto ci immettiamo sulla strada statale magistrale, dove pensavamo di trovare poco traffico e di impiegare circa un’ora per coprire i 47 km che ci separano dalla tappa successiva. Ma non abbiano fatto i calcoli con la città di Budua.
I primi 30 km li percorreremo infatti ad una velocità media di 5 km/h. Fino a Budua, una città che da la sensazione di essere una -quasi- nuova Dubai, il traffico procederà a passo d’uomo. La sola ed unica strada disponibile passa anche per il vicino aeroporto di Budua.
Poco dopo Budua un incidente sulla strada ci bloccherà ulteriormente. Molte auto fanno inversione, alcuni aspettano, altri spariscono. Consultando una mappa pare esserci un’alternativa che sembra essere una strada di montagna. Chiediamo informazioni e ci dicono che sì, quella strada è un’alternativa che però né il navigatore dell’auto né Google prendono minimamente in considerazione. La spiegazione di ciò apparirà davanti ai nostri occhi qualche km più tardi: la strada è si una stradina di montagna, ma in buona parte senza asfalto e con un fondo stradale a tratti ondulato che, pur a ridotta velocità, farà saltellare e quasi galleggiare la nostra Elnagh. I tornanti sono ripidi, le ruote posteriori dell’auto borbottano e talvolta lanciano delle pietre anche verso il frontale della roulotte, ma dosando bene il gas e pur accendendosi mille avvisi di cattiva aderenza sul display dell’auto riusciamo a fare ogni singolo tornante senza troppi problemi. Percorriamo circa 10 km in queste condizioni con soste, di tanto in tanto, per richiudere qualche pensile che si è aperto all’interno della caravan, e per verificare che non sia venuto giù il mondo. Uno specchio supplementare dell’auto si stacca, faccio appena in tempo ad aprire il finestrino e ad afferrarlo con la mano sinistra. Il navigatore continua a dirci di tornare indietro, fino a quando, ad un certo punto mette l’anima in pace e ci segnala la strada che noi abbiamo adocchiato sulla mappa. Ad un certo punto ancora un salto, poi il silenzio: è tornato l’asfalto e siamoa Prżno. Ci fermiamo ancora una volta. Il frigo si è aperto, il contenuto si è rovesciato sul pavimento, per una qualche spiegazione illogica le uova sono tutte intere. Sistemiamo le cose, e procediamo verso il campeggio Masilina che dista ormai poco.
Ci attendono due giorni di relax assoluto, poi saliremo a 2000 metri per fare Hiking.
La spiaggia però, per quanto bella, è intasata di persone e di impianti balneari con musica frastornante. Percorrendo la spiaggia a piedi verso sud, dopo circa un km, scopriamo una spiaggia libera, deserta, silente.
Attached Image: La città di Kotor, Montenegro