Roulotte Antenate (Caravan) il forum

Roulottismo dagli anni '60 - 2

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willy_m
view post Posted on 15/10/2016, 16:41




Di nuovo un saluto a tutti. Va bene, grazie a tutti per l'incoraggiamento: a me certo fa piacere condividere sia delle belle memorie che, ancor più, la voglia di propagare lo spirito di rispetto per la natura e di semplicità e profondità d'animo. Siamo un po' tutti stufi di superficialità e di consumo. C'è da dire che invece non tutti, anche negli anni '60, avevano questa stessa idea del campeggio. La roulotte intesa come alternativa economica alla casetta al mare, attirava molte famiglie, che la usavano in modo stanziale; spesso in modo allegro e conviviale, ma talvolta, pure allora, in modo non proprio rispettoso per gli altri e per la natura. E notavamo che i maleducati erano più rari tra gli itineranti, e nei campeggi di montagna.
Sono romano, e la prima roulotte entrò in famiglia quando avevo undici anni, fortemente voluta da mio padre, e vista invece con sospetto da mia madre, che soffriva del "complesso del nomade"; salvo poi esserne talmente entusiasta da diventarne una accanita sostenitrice e rinunciare a molti piccoli lussi per comprarne una più grande e funzionale, da usare anche d'inverno e nei climi nordici. Mai fermi.
Come avete visto, fu un'ARCA lunga poco meno di quattro metri e larga due. L'ARCA aveva appena presentato il primo "camper", chiamandolo "Noè", mentre i suoi modelli da traino avevano il nome delle auto Fiat a cui erano adeguate; e si andava dall'ARCA 500 alla 1800. E dunque, poiché l'auto di famiglia era la Millecento azzurra del 1955, nel 1962 si optò per l'ARCA 1100. Era un rimorchio pesante per i 36 cv della Millecento, ma soprattutto per i suoi freni e per la sua massa. Con il motore non c'erano grossi problemi: avendo le marce "corte" affrontava baldanzosa, seppur lenta, le salite più impegnative; e se si arrivava a dover mettere la prima (con la famosa doppia debraiata, la "doppietta" della vecchia 500), era praticamente un trattore. Ma nel viaggio inaugurale, complici una pioggerella estiva, che aveva reso l'Aurelia viscida, e l'inesperienza di mio padre con quella massa eccessiva al traino, facemmo subito un testa-coda su una curva tra Civitavecchia e Tarquinia; e lo spigolo della roulotte si piantò nella fiancata posteriore dell'auto. Spavento, vergogna di noi ragazzini a vedere la fila che si era subito formata per colpa nostra, bloccati di traverso sull'Aurelia, spese per sistemare la macchina, mio fratello che si era tagliato con una lamiera sporgente... ma nessuno si scoraggiò; e dopo un pomeriggio passato in un'officina a rabberciare alla meglio i danni, via di nuovo alla volta delle Dolomiti, con un po' più di prudenza. E ci divertimmo un mondo, tanto che l'anno dopo fu la volta di Parigi, la Normandia, la Bretagna e i castelli della Loira. A dodici anni si impara presto tutto; e al pari di mio fratello, dopo due settimane, sapevo muovermi con disinvoltura per Parigi, meglio dei miei genitori, con la metropolitana, che allora era pulitissima, efficientissima e sicura; e con gli autobus che dal camping del Pont de Suresnes, al Bois de Boulogne, portavano alla fermata di Porte Maillot del Metrò. Un vero sconforto, a confrontarlo oggi con allora, il Metrò; e anche tutta Parigi.

La cosa più bella, per me, era il senso di libertà che quel bussolotto bianco attaccato dietro la macchina mi comunicava, accoppiato alla grande intimità e complicità che si stabiliva in famiglia. Il profumo di glutammato che si sprigionava dalle minestre Knorr, a cui si ricorreva con una certa prodigalità in viaggio (vietate a casa!), era per me meglio di quello dei manicaretti francesi: perché veniva da quei tre fornellini in miniatura, sopra un microscopico frigoriferino Electrolux bianco a gas, con quelle tenui lucette interne che facevano atmosfera, o la lampada a gas fissata alla parete, e gli scherzi e l'allegria di una famiglia unita e compressa in quello spazio ridotto.
I miei genitori non erano affatto sportivi (ricordo dei penosi tentativi di mio padre di imparare, con noi ragazzini, a giocare a tennis: mi vergognavo più che per la fila dell'incidente sull'Aurelia), anzi erano quasi i tipici intellettuali, frequentavano accademici importanti, leggevano e scrivevano moltissimo, amavano la musica classica e il teatro. Da ragazzino, nel tempo libero dell'estate, io correggevo bozze di stampa. Mia madre si era laureata due volte, in Filosofia e in Giurisprudenza (cosa rarissima in generale negli anni '40 e '50, e figuriamoci per una donna), e aveva anche fatto esperienza di imprenditrice; mio padre era un'economista con la passione della storia, economica e non. Ma erano entrambi una specie di naturisti ante litteram (allora la parola naturista non esisteva proprio), e il rapporto con la natura, che il campeggio di quei tempi permetteva meglio di oggi, li faceva letteralmente vibrare di una gioia sensuale, lui ancor più di lei.
Nuotate in mare all'alba (solo con lui, mia madre non sapeva nuotare), gite in montagna a bere dalle sorgenti più pure, raccolte di frutti di bosco per le più strepitose macedonie, passeggiate di quindici chilometri lungo spiagge semideserte, picnic organizzatissimi in cima ai monti, giocare a volano in costume da bagno sotto agli alberi, quella era la parte godereccia delle nostre vacanze. Pur essendo piuttosto schivo per carattere, in campeggio mio padre diventava ciarliero e socievolissimo, e attaccava bottone con tutti. Poiché parlava molto bene il francese, in quel viaggio in Francia si era addirittura scatenato nella sua socievolezza, e la cosa ci faceva sbellicare dalle risate: lui, sempre seriosissimo (anche se bonario), autorevole ma parecchio orso, tutto l'anno in giacca e cravatta, se ne stava invece a chiacchierare per delle mezz'ore in maglietta e calzoncini con il primo che gli capitava. E se ne tornava in roulotte, allegrissimo, a raccontarci delle avventure dei vicini di campeggio. E poi c'era lo shopping, che allora era significativamente diverso da Paese a Paese; e la parte culturale, il Louvre, Notre Dame e Saint Eustache, la Sainte Chapelle e la Conciergerie, Versailles, Catherine de Medisìs (come dicevano le guide) e Diane de Poitiers, Enrico VIII, Leonardo da Vinci ad Amboise, e poi Modigliani, Renoir, Monet, Pissarro, Delacroix... insomma noi ragazzi imparavamo la storia e la storia dell'arte anche se non volevamo, senza accorgercene. E anche un po' di francese. Ma intanto, sommo divertimento, sfottevamo nostro padre, lento da morire a trovare la pagina giusta della guida verde del Touring Club o a consultare la mappa del Metrò; ricevendone peraltro in cambio lazzi di una sorprendente arguzia, perfino un po' cattivella. Mia madre, invece, che comunque era sempre di carattere più socievole (ma anche più ombrosa), nella roulotte affinava le sue doti di brava e dolcissima massaia, organizzando lo spazio con un ordine razionale e perfetto, e riuscendo a cucinare manicaretti elaborati nonostante lo spazio limitato. Si portava dietro un "forno di campagna" (cioé un piatto metallico con una griglia e una campana d'alluminio sopra, con un piccolo oblò) che si metteva sul fornello più grande; e riusciva anche a fare degli ottimi pandispagna. Al mattino ci svegliava il profumo del caffé e di una fetta di torta che lei ci passava sotto al naso per invogliarci ad alzarci in fretta. La mia infanzia e l'adolescenza sono state segnate dall'attesa per quei viaggi; e, appena partiti, mi continuavo a girare per verificare che la nostra villetta su ruote fosse sempre lì dietro. Le lunghe ore di viaggio, che forse stancavano mio padre, erano invece per me, e anche per mio fratello, ancora più belle del tempo passato sulle spiagge della Normandia, o in visita nella eccitantissima e diversissima Londra. Un film continuo che ci passava davanti agli occhi: paesaggi e paesi inusuali, tetti, facciate, coltivazioni, automobili e motorini che non avevamo mai visto (ve lo ricordate il VeloSolex? quella specie di bici con il motore attaccato sotto al manubrio e la trasmissione a rullo sulla ruota davanti; per noi fu una scoperta, mai visto prima); e quando si incontrava un altro equipaggio si incominciava da lontano a lampeggiare e a sbracciarsi in saluti per quegli sconosciuti che intravvedevamo per un attimo, letteralmente fuggente, ma che sapevamo con certezza che condividevano i nostri modi di sentire. Forse è per questo che il viaggio in automobile non mi stanca, potrei guidare dodici ore di seguito, pure con il rimorchio dietro. Ma l'autostrada mi annoia un po'.

Attached Image: Le Millecento sulla navetta del Gottardo

Le Millecento sulla navetta del Gottardo

 
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willy_m1
view post Posted on 15/10/2016, 17:18




I miei genitori in spiaggia, nell'agosto 1963
 
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view post Posted on 19/10/2016, 17:25
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Traina di tutto

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Racconto stupendo,questa è la ROULOTTE,queste erano le vere FAMIGLIE...
LUKE
 
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view post Posted on 19/10/2016, 18:11

Viaggia a 6 ruote

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È stato un piacere leggere queste righe, la vera storia è anche nelle cose spontanee... complimenti davvero!
Grazie :)
 
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lelegrandi
view post Posted on 19/10/2016, 18:17




Sempre grazie per la condivisione.
 
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view post Posted on 19/10/2016, 19:08
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Gitano allo stato puro

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Sei entrato tardi in questo gruppo ma mi auguro di leggerti per molto tempo, comunque, a mio parere, il titolo di antenato ad honorem ti spetta di diritto.
 
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view post Posted on 14/4/2017, 08:38

Stanziale

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......La mia infanzia e l'adolescenza sono state segnate dall'attesa per quei viaggi...... ecco cosa ci accomuna.... una volta partiti si varcava la soglia di un nuovo mondo fatto di semplicità e vacanza.... anche se era solo per andare dal meccanico a far eseguire dei lavori.... troverò il tempo che ogni volta mi prefiggo di ritagliare per pubblicare qualche foto ""vecchia"" e gettare qualche racconto in questo bellissimo gruppo.... colgo l'occasione per augurare a tutti una buona pasqua e serenità....
 
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view post Posted on 14/4/2017, 09:14

Viaggia a 6 ruote

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CITAZIONE (kajno @ 14/4/2017, 09:38) 
......La mia infanzia e l'adolescenza sono state segnate dall'attesa per quei viaggi...... ecco cosa ci accomuna.... una volta partiti si varcava la soglia di un nuovo mondo fatto di semplicità e vacanza.... anche se era solo per andare dal meccanico a far eseguire dei lavori.... troverò il tempo che ogni volta mi prefiggo di ritagliare per pubblicare qualche foto ""vecchia"" e gettare qualche racconto in questo bellissimo gruppo.... colgo l'occasione per augurare a tutti una buona pasqua e serenità....

Fantastico !
Ricambio gli auguri!
Buona Pasqua :)
 
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view post Posted on 14/4/2017, 20:43

Girabbbaccchino

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Scrivi davvero bene..fai rivivere quei tempi solo leggendoti..bei tempi comunque..complimenti
 
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view post Posted on 7/9/2023, 08:47

Stanziale

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hei Willy! mi piacciono questi ricordi anni 60. il forno elettrico che rammenti è la petronilla. facci sognare con altre foto. ciao
 
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9 replies since 15/10/2016, 16:41   2447 views
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