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La passeggiata è continuata verso la foce del fiordo, dove le nuvole basse avevano creato un manto nebbioso che rendeva impossibile la visuale e abbassava la temperatura a livelli invernali.
La mostra di manufatti di una simpatica signora è stata visitata e poi il sole ha nuovamente reso estiva la giornata, con visita ad altre case col tetto di prato. Il campeggio si era un pochino svuotato, ma era anche arrivata un'altra Sterckeman! Il giorno successivo l'ultima, lunga tappa, con sosta in mezzo al deserto lavico per una zuppa, ci ha riportati a Seydisfjordur, da cui il 9 agosto ci reimbarcheremo per il continente. Abbiamo preferito arrivare con un po' di anticipo (il 6 agosto...triste anniversario) perchè un imprevisto potrebbe sempre capitare e perdere il traghetto potrebbe significare...non sapere quando poter ritornare. I km dell'ultima tappa son stati circa 300, con alcune salite del 15%...che considerato trattrice e caravan...potevano creare qualche ritardo. Al momento del nostro arrivo al campeggio, mentre ero intenta alla "mia mansione" ovvero abbassare i piedini, è arrivato un fuoristrada islandese con a bordo due coppie, una più giovane e una diversamente giovane. Il "lui" della coppia anziana è sceso e ha stretto le mani ai due giovani (francesi), dopo di che è risalito in auto per ripartire. Non si sono limitati a dare un passaggio alla coppia, li hanno accompagnati alla piazzuola, è stato un segno emblematico di un popolo speciale, perchè abbiamo scoperto che di questi episodi ne succedono continuamente... Lungo la strada ci siamo fermati a rivedere il luogo del lago dei moscerini, soffermandoci però più a lungo per osservare crateri e sorgenti di vapore, percorrendo il sentiero tracciato. Lì abbiamo scattato tante foto...ma il sibilo del vapore, l'odore di zolfo, la sensazione del terreno che cede sotto i piedi, i colori del fango che forma la bolla...non potranno sicuramente essere riprodotti. Il luogo dove abbiamo sostato per il pranzo è in mezzo a 130 km di strada desertica, con cartelli che avvertono che nessun distributore è presente...lava, sassi e sabbia, in alcune zone il fianco della montagna fuma... Poco prima dell'arrivo invece la vegetazione riprende il predominio della montagna e le cascate e i fiumi riportano alla dimensione paradisiaca del luogo. Nell'ultimo tratto (tornanti, salite e discese impegnative) ricordavo al bicino che qualche caravanista esperto ammonisce circa la differenza tra "trainare" e "trascinare" (noi forse...arrancare!!!) La mattina successiva , svegliati col sole crediamo di aver dormito troppo, vediamo una nave nel porto...non può essere la nostra! Infatti è una nave da crociera e quando chiediamo a qualche gitante da dove provenga la risposta è davvero disarmante "da quella nave!"- approfondiamo e scopriamo che vengono dalla Gran Bretagna, gita turistica per ultra 55enni. Visiteranno cinque porti in Islanda, poi torneranno in Irlanda e da lì a casa...son già stati a Bergen e alle isole Shetland. Parecchie persone sembrava non godessero di ottima salute, alcune facevano fatica a camminare, ma erano decisamente entusiaste del viaggio, tanto che quando ci siamo re-incontrati all'info point una di loro è venuta al nostro tavolo e abbiamo chiacchierato parecchio (specialmente il taciturno bicino). Credo che per loro un'isola ancor più isolata della loro li riempia di entusiasmo. Ci hanno comunicato l'ora della partenza e abbiamo promesso di essere sul molo col fazzoletto di ordinanza! Anche questa è stata una bella cartolina che conserveremo nel nostro album. Questa è una pagina speciale, infatti il bicino raramente scrive...ma l'incontro coi suoi conterranei l'ha veramente commosso e quindi ha scritto per il blog queste impressioni...buona lettura! "Stamani al risveglio abbiamo visto una nave in porto. Possibile che abbiamo dormito così tanto? La prima ed unica nave prevista dovrebbe attraccare dopodomani. La cittadina posizionata in fondo ad un fiordo islandese, che la nostra guida informa avere 740 abitanti, una comunità bohémienne di artisti, musicisti ed artigiani, piano piano viene invasa da una comunità altrettanto bohémienne di ultra sessantenni con tutto il relativo supporto per deambulare ( bastoni, treppiedi, carrozzelle, ecc….). Allora capisco che probabilmente ha attraccato una nave da crociera, ma possibile che non vi sia gente sotto la cinquantina? Incuriositi ci prepariamo ad uscire per saperne di più. Non ci è stato difficile capire che si trattava di un gruppo anglofono, ma eravamo incerti se provenissero dall’ isola o dal continente. Quindi, vinta la mia naturale timidezza ho chiesto da dove provenissero. “ Dalla nave “ fu la risposta, avendo dei dubbi sul mio inglese da troppo tempo in cantina, ho insistito fino a quando sono riuscito a sapere che provenivano da quella buffa isola a forma di coniglio. Una volta riacquistato un minimo di padronanza della lingua sono venuto a sapere che erano partiti da Dover, avevano fatto tappa in Norvegia, poi alle isole più settentrionali dell’Inghilterra, ed ora erano nel primo dei cinque porti Islandesi previsti dal tour, poi sarebbero attraccati nel porto Irlandese da dove salpò il Titanic, una successiva tappa in Cornovaglia per poi concludere il giro di nuovo a Dover. Tutte queste informazioni le ho ottenute dalla collaborazione di un folto gruppo di croceristi che, felici di poter parlare con dei “giovani ”contribuivano a correggere gli errori o a rimediare alle dimenticanze dei propri vicini. Dopo aver fatto le immancabili ( per un inglese ) considerazioni sul tempo, ci siamo accomiatati augurando una buona continuazione. A questo punto eravamo ansiosi di sapere quale compagnia portasse a spasso per l’Islanda questa comitiva, per cui ci siamo avvicinati al porto per vedere da la nave. Avrei immaginato che se non fosse una nave dell’armatore del Titanic, fosse almeno una compagnia Inglese, invece con grande sorpresa la nave batteva bandiera Islandese. Per oziare un po’ e goderci questi attimi di relax al termine di questa avventura Islandese, decidiamo di riposarci al terminal del porto sorbendoci un “buon” caffè. Il tempo passa in fretta quando ci si diverte, per cui dopo un po’, vediamo diversi croceristi che rientrano verso la nave passando dal terminal, chi con un bastone, chi con due, chi col treppiede e chi con …. Dopo poco passa una anziana signora che quando ci vede sfodera un amabile sorriso e si avvicina al nostro tavolo. Ovviamente, non essendo un gran fisionomista, non sapevo di chi si trattaste, e avevo il terrore che fosse un mio anziano parente o conoscente dei tempi che furono. Per fortuna si presenta come facente parte della compagnia che avevamo interpellato in precedenza. La invitiamo ad accomodarsi con noi, e così, dopo aver trovato un sostegno per il bastone si siede al nostro tavolo. Ovviamente la curiosità reciproca ci portava a fare diverse domande, e man mano che il fiume di parole procedeva, si insinuava in me sempre più l’immagine della anziana sopravvissuta del Titanic che raccontava la sua esperienza nella versione dell’ultimo film sul transatlantico. Ovviamente non ci ha raccontato di come è scampata alla disastrosa tragedia, bensì che è stata più volte in Italia, le prime volte in tenda negli anni 60, visitando, dato il suo interesse per l’architettura, Perugia, Assisi e altre città ricche d’arte. Inoltre ci ha confessato di abitare nella regione dei laghi ( nord ovest dell’Inghilterra, dove qualsiasi guida vi dirà che sono bei posti, ma particolarmente umidi ) in un paesino particolarmente fortunato, perché i rilievi intorno la proteggono dalle intemperie, creando un microclima molto favorevole, per cui piove pochissimo e nevica ancor meno. Buona parte degli inglesi che conosco vivono in zone con microclima favorevole, solo mio figlio che vive a Londra dice che c’è un tempo di mer… Era particolarmente contenta di questa crociera perché, sebbene avesse viaggiato molto nella sua lunga vita, questa sarebbe la prima volta che riesce a fare il giro completo del Regno Unito. Ogni tanto, quando immancabilmente parlava del marito mancato, interrompeva il racconto per un attimo e abbassava lo sguardo per trattenere un segno di commozione ( proprio come nel film ). Spesso sentendola parlare mi perdevo nei suoi occhi tipicamente inglesi e ancora così brillanti e vivi nonostante l’età. Tra le tante cose, abbiamo saputo che questa nave appena rimodernata, é specializzata nelle crociere per persone almeno cinquantenni, con a bordo un buon ospedale molto attrezzato , svariate attività ricreative (non posso immaginare quali), personale filippino che é risaputo sa assistere le persone anziane e una buona cucina che tiene conto delle loro esigenze dietetiche. Tanto parlare si sa, affatica e mette appetito, per cui dopo aver consultato l’orologio, ci ha detto di dover salire a bordo per ritrovarsi con i suoi amici per mangiare insieme una buona grigliata. Per un momento ci é venuto voglia di imboscarci e fare finta di appartenere al gruppo ( l’età ce l’abbiamo ), ma abbiamo preferito fare i bravi e prepararci una buona zuppa locale. Tornando verso il campeggio ci siamo chiesti a che ora partissero, per poterli salutare come si deve con fazzoletti multicolore dalla banchina. Nessun problema: lo abbiamo chiesto al primo gruppetto che abbiamo incontrato. Dopo averci elencato di nuovo tutto l’itinerario, con il programma in mano, abbiamo saputo che la partenza era prevista per metà pomeriggio. Questo gruppo era molto informato sullo stato della nave, per cui siamo venuti a sapere che era appena stato rimodernato a suon di bilioni di sterline e che questo era il suo primo viaggio. Inizio a spiegarmi perché l’armatore faccia solo la prima tappa del viaggio inaugurale del Titanic! Nel pomeriggio siamo di nuovo sul molo davanti alla Saga Sapphira in attesa di porgere il nostro saluto. Qualche problema con gli ormeggi, che ad un certo punto fanno rumori talmente sinistri, da far scappare gli addetti del porto. Qualche incertezza nella manovra, d’altronde é il viaggio inaugurale e il personale deve abituarsi al comportamento della nave. Finalmente si stacca dalla banchina, Lidia inizia a sventolare il suo foulard dai disegni orientali, mente io mi sbraccio in un portentoso saluto. Tutti hanno risposto al saluto, compresi gli ufficiali di manovra ed il capitano e siccome eravamo gli unici sul molo, credo che siamo in assoluto la coppia più salutata d’Islanda. Buon viaggio e buona fortuna neo Titanic. "Martedì 7 Agosto 2012 ore 23.30 non è più così chiaro come tre settimane fa. Bicinibicini Edited by bicinibicini - 20/5/2013, 19:40 |