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è più che lecito sia sperare che immaginare di poter tornare alla "normalità", cosa che per riuscirci ci vorrà ancora del tempo e capacità di sapersi adeguare ad una situazione difficilissima da tollerare per alcuni più che per altri, e ciò è ovviamente molto comprensibile, tuttavia se guardiamo ad un paese immenso come la cina, dove l'educazione delle persone, unita sicuramente ad un regime che non tollera abusi di alcun genere, ha di fatto ridimensionato (non eliminato) il problema in tempi migliori dei nostri ,che al confronto siamo un fazzoletto di terra ed abbiamo avuto, per numeri, l'ecatombe di una generazione, paragonabili alla scomparsa di una intera cittadina. solo questo dovrebbe bastare a farci riflettere sul come andrebbero affrontate le cose e sul come siamo ridotti. ora mi domando se valga di più un punto del tanto famigerato pil o quello di una sola vita umana, ecco questo, almeno per ciò che mi concerne, mi induce a non partecipare se desidero realmente che, quel "tutto andrà bene" urlato sui balconi non sia vanificabile anche con il mio seppur minimale atteggiamento.
ritengo questo periodo come una specie di "roulette russa" in cui non posso conoscere quale potrebbe essere il proiettile che colpisce e se vorrò tornare all'uso della mia "roulotte italica" dovrò avere ancora molta pazienza supernando ogni egoismo intrinseco in me, e saper dimostrare un minimo di quella forza e determinazione che tutti gli avi che ci hanno appena lasciato hanno saputo infondere attraverso ogni loro singola storia anche per far si che quel sacrificio umano non venga vanificato, o dimenticato facilmente, ed al quale, anche per rispetto loro, non mi peserà affatto saper accantonate qualsiasi mia altra passione.