CITAZIONE (sauroc61 @ 27/9/2019, 22:42)
CITAZIONE (acero @ 27/9/2019, 13:39)
Presente!
Come, come, sei stato a Capo Nord in bici??? e una simile impresa non l'hai raccontata sul forum? (o almeno io non l'ho trovata)...che ne diresti di raccontarci qualcosa anche te....tempo, voglia e volontà permettendo??
Beh, i viaggi in bicicletta sono qualcosa di molto differente rispetto a quelli in roulotte.
Vivi all'aperto giorno e notte, il che è una fatica tremenda, che noi abituati a vivere sotto un tetto non siamo in grado di prevedere. Puoi portarti dietro pochissime cose: una quantità di vestiti che non puoi ammettere in pubblico senza suscitare orrore all'idea che tu sia stato a sudare in bicicletta con solo quella roba lì (invece sì, tanto in Norvegia c'è sempre vento!), una quantità di cibo che ti rende un problema serissimo il fatto che a nord delle Alpi tutti i negozi chiudono il sabato a mezzogiorno e riaprono lunedì mattina, e un'attrezzatura da campeggio che ti consente solo di dormire sdraiato per terra sotto una sorta di riparo che tiene l'acqua solo quando è poca, e un'attrezzatura correlata ai pasti che per basilare che fosse rappresentava un enorme ingombro. Circolavo con un paio di scarpe che non sono mai state asciutte, e che al ritorno avevano il solco del pedale sotto la suola, pantaloni di plastica gialli, detti "tuta snellyssima", da indossare solo quando l'acqua proveniente da fuori superava quella proveniente da dentro, giacca viola, con guanti per lavare i piatti, gialli, perché l'acqua con l'andare del tempo si infiltrava per capillarità su per le maniche, raggiungendo le mutande nel giro di un paio d'ore. Cavalcavo una bellissima Legnano rossa metallizzata, telaio in ferro, dodici marce, 17 Kg di tara, dietro due borse, sopra il sacco a pelo infilato in due sacchetti di plastica contrapposti, e pentolino legato al manubrio.
L'ultimo giorno avevamo fatto una tappa di quasi 100Km, da Russenes fino a Honningsvag. Eravamo distrutti, ovviamente: era il dodicesimo giorno di pioggia, c'erano 5 gradi, un vento fradicio persistente che ci costringeva a fare qualsiasi cosa in diagonale. Abbiamo dovuto prendere il pullman per superare il tunnel sottomarino (all'epoca appena costruito) che unisce l'isola del Nordkapp con la terraferma, eravamo riusciti a cenare al coperto, quando un norvegese ci ha avvertito che questa notte ci sarebbe stata visibilità, e poi da domani mattina sarebbe arrivata la nebbia, e ci sarebbe rimasta per tre giorni. Quindi dopo cena ci siamo rimessi in marcia. Naturalmente nonostante le temperature bisognava bere tantissimo, litri d'acqua al giorno, e durante e dopo quella cena mi ero abbeverato spensieratamente di acqua ghiacciata, non immaginando l'evolversi della serata, e mi ricordo la sensazione di questa secchiata d'acqua gelata che mi sciacquettava nello stomaco, mentre mi arrampicavo su per gli ultimi Km di strada. Non so se sia stata una mia impressione (è possibile), o se sia un tratto di strada particolarmente perfido, ma quella salita è stata un calvario. Siamo partiti al tramonto, e siamo arrivati poco dopo l'alba, ma naturalmente la notte sarà durata un'ora o due, visto che era agosto. Siamo arrivati su che mi pare fosse poco prima delle 5 del mattino (cioè dopo tipo 22 ore, almeno 18 delle quali in sella....), e la nostra ricompensa è stata la completa disponibilità del sito. Non c'era nessuno! Tempo di fare qualche foto (che non ho più), e siamo tornati giù a Honningsvag, per prendere la nave (l'Hurtigruta) che ci riportasse al treno, a Bodoe. La nave arrivava nel pomeriggio, c'era una sorta di sala d'aspetto in cui abbiamo dormito per il resto della mattinata, rovesciati su una mezza dozzina di seggioline. Mezz'ora prima dell'arrivo della nave, mi ricordo che sono entrati due italiani, che come hanno varcato la soglia hanno gridato "Miiiiinchia! Che puzza!"
Ecco, insomma, non so se volevate veramente saperlo, ma la mia parabola verso la roulotte è iniziata così...
Già all'epoca infatti avevo cominciato a maturare il sogno della roulotte. Mi ricordo quando la sera cercavo rifugio nei bagni, o sotto qualsiasi altra forma di riparo, col mio pentolino ad alcol e il mio risotto ai funghi liofilizzato accompagnato da salmone affumicato o wuerstel con pan carré, da mangiare seduto per terra su un sacchetto di plastica, guardavo questi roulottari seduti al caldo, in un ambiente asciutto, che si godevano le loro cenette deliziose seduti in tavola e con la luce accesa, e pensavo che un giorno avrei voluto anch'io essere come loro.
Mi ricordo che cercavo di memorizzare le marche delle roulotte che mi piacevano, "Eriba", "Fendt", "Kabe", "Polar", così un giorno avrei scelto una di quelle.
Però una cosa devo dirla: quando arrivi in cima a una salita, e ti trovi, in sella ad una bicicletta che avanza in silenzio, un metro alla volta, in un posto così
https://goo.gl/maps/UvHwFqjMmegyN6DF7 , e tu sei lì che pedali, e dopo due ore sei solo un po' più avanti in quella stessa strada, su quello stesso altipiano, in mezzo a quell'immensa natura, ti si imprime definitivamente nel cervello quanto a questo mondo sei una delle più inutili fetecchie, che già dovrebbe dire scusate per l'aria che respira, e infatti i viaggiatori chiedono sempre scusa e per favore, mentre gli stanziali occupano e pretendono il possesso delle loro ridicole piazzole. Quanto è stupido, che per il fatto che insozziamo il mondo per un'ottantina d'anni, a volte pensiamo di avere il diritto di possederne un pezzo.
Ma ripassandoci in macchina, era un bel panorama.
Sono infatti poi stato al Nordkapp un altro paio di volte in macchina, l'ultima delle quali con l'attuale Volvo (nel 2008), ma non ci sono ancora andato con la roulotte. Ovviamente lo farò, non perché mi interessi il Capo nord in particolare, ma perché ho un legame con la Norvegia, però a tempo debito, cioè quando le mie figlie sopporteranno il viaggio. E quando si lamenteranno della fatica, come un vecchio gli dirò "fatica questa? Pfui! ai miei tempi, io, bla bla bla!"