Provo a riprendere il discorso interrotto ormai da tempo, ringraziando tutti, giovani e meno giovani, per l'apprezzamento. Scrivere e raccontare mi è sempre piaciuto, e a maggior ragione mi piace farlo in un ambiente che mi è congeniale.
Dunque, avventure e disavventure non me ne sono mancate. Era il 1991, quando ci demmo appuntamento in Val Badia con i nostri cari amici camperisti e "Archisti" anche loro (con un Anaconda Midi su Ford Transit). Noi eravamo lì da un po'; ma il giorno previsto, al posto loro arrivò una signora del vicinato a dirci che erano fermi lungo la strada, qualche chilometro prima, con il motore guasto. Si era rotta la pompa dell'olio del Transit e con il carico e in salita, il motore aveva sbiellato in dieci secondi. Motore buttato e sostituto integralmente con uno rigenerato. L'anno dopo fu la volta nostra: mentre eravamo in giro per Vienna, fu il turbodiesel della nostra Ritmo a cedere. Difetto di fusione di un pistone. Anche allora dovemmo sostituire integralmente il motore, e paradossalmente la spesa fu identica a quella sostenuta dai nostri amici l'anno prima. Ma almeno era nuovo di zecca. Peccato che, dopo pochi mesi, appena finito il rodaggio, mi rubarono la Ritmo sotto casa, e così proseguimmo le avventure con una Dedra 1.6 a benzina, non proprio il massimo per il traino. Comodissima, però, e molto silenziosa.
Naturalmente, a un certo punto anche la vecchia Arca ha ceduto le armi. Era incominciato molti anni prima, con delle piccole infiltrazioni d'acqua dall'esterno, che causavano un po' di muffa negli angoli delle pareti all'interno dei gavoni. Poi si erano strappate dalla scocca di legno le viti che reggevano i maniglioni di manovra. Poi qualche problema con i serbatoi dell'acqua, di lamiera zincata, che sulle saldature si arrugginivano e si bucavano. Nonostante le mie cure, e talvolta la sostituzione di qualche pezzo di armatura della scocca, lentamente il deterioramento è andato avanti finché sono intervenute le formiche a completare l'opera. Al compimento dei trentatre anni (della roulotte, io ne avevo parecchi di più), nel prepararla per il viaggio estivo, che come sempre avremmo fatto con gli amici camperisti, mi sono reso conto che non sarebbe bastato sostituire 50 cm di montante della scocca: al primo sobbalzo si sarebbe sfasciato tutto. Le intercapedini delle pareti erano piene di migliaia di formiconi che salivano da sotto, e all'interno della roulotte non si facevano vedere, sicché avevo sottovalutato della sporcizia nera che avevo trovato nel gavone apribile dall'esterno. La scocca di faggio era largamente mangiata, trasformata in segatura in tutta la parte bassa che si imbullonava al telaio. Si reggeva sul mobilio interno. Non c'era più nulla da fare, e con grande tristezza telefonai agli amici per dir loro che il viaggio nel nord della Spagna l'avrebbero fatto da soli. Ma tornato a casa, dopo un rapido consulto in famiglia sulle risorse economiche disponibili (avevamo appena cambiato l'automobile e stavo per portare quella nuova a installare il gancio di traino, quindi non erano tante), decidemmo di andare, il giorno dopo, a vedere se fosse il caso di comprare anche una nuova roulotte. Ci andammo, e senza stare a pensarci troppo, tornammo con il contratto di acquisto per una Eifelland 500 TK nuova, in pronta consegna, che ci piaceva molto per la spaziosità e la relativa leggerezza. Certo, era molto più spartana e meno raffinata della vecchia Arca (l'Arca nel frattempo aveva chiuso e comunque da tempo faceva solo camper), ma comunque piacevolissima da abitare; fin troppo grande (cinque metri e mezzo di lunghezza interna, sette metri compreso il gavone anteriore e il timone) ma luminosa e accogliente, con i letti a castello sempre pronti e un discreto frigorifero, molto più capiente del vecchio. E la doppia dinette permetteva di lasciare sempre pronto anche un lettone, o da un lato o dall'altro. E poi pensavo che meno gadget significava anche meno manutenzione, e se proprio avessi voluto qualche accessorio in più potevo sempre montarmelo dopo, sono bravo in queste cose. Ritelefonai agli amici per dir loro che no, invece saremmo partiti con loro; e ne furono felici, in particolare il figlioletto, coetaneo e grande amicone del nostro maggiore. Ma le emozioni non finivano mai, quell'anno: perché il giorno seguente, portata la macchina nuova a installare il gancio, mi telefonarono dopo un po' per dirmi che l'auto era stata rubata dal cortile interno dell'officina. E quindi richiamai il mio amico per il contrordine, niente più automobile, non si parte più. E tuttavia, dopo un bel po' di contrattazioni, ottenni dal proprietario dell'officina un'auto sostitutiva, ancora una volta troppo leggera e poco potente, ma con il gancio di traino; e quindi, dopo il terzo contrordine (i nostri amici non sapevano più se piangere con noi o ridere per quella serie di disavventure), finalmente potei andare a ritirare la nuova roulotte e subito ci mettemmo in marcia alla volta di Barcellona, Zaragozza, Donostià, e tutta la costa nord della Spagna fino al Portogallo.
Non ci arrivammo mai, in Portogallo, perché in mezzo al viaggio, ci rubarono denaro, documenti, carte di credito, telefonino ed altro ancora mentre eravamo intenti a guardare il mare dei paesi baschi. Era un anno fortunato! Ma ci siamo goduti comunque tante belle emozioni, come quella di pranzare sul porto di una deliziosa cittadina basca (Bermeo; nella foto si vede anche il camper dei nostri amici, dietro la caravan), o di farci una scorpacciata di ostriche raccolte su uno scoglio raggiunto a nuoto da una fantastica spiaggetta. Stavamo rientrando in Italia quando ci telefonò un amico spagnolo: lo aveva chiamato il gestore di una pompa di benzina che aveva trovato nella toilette i residui del colpo, compresa una rubrichetta telefonica con il numero di Madrid del nostro amico. Per lo meno abbiamo recuperato le chiavi di casa e i documenti, l'ho detto che era un anno fortunato.
Edited by willy_m - 3/28/2017, 11:50 PMAttached Image: La nuova Eifelland nel porto di Bermeo