Roulotte Antenate (Caravan) il forum

danielegr, un vecchio roulottista

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view post Posted on 25/10/2012, 12:55
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Gitano allo stato puro

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Solo una breve precisazione: mi sono ricordato adesso che la mia roulotte era prodotta dalla casa SPRITE, e il modello era ALPINE. Era una roulotte abbastanza spartana (l'isolamento lasciava un po' a desiderare) ma leggera e adatta al campeggio libero. Quando la famiglia è cresciuta però, incominciavamo a stare un po' stretti e quindi si rese necessario un salto di qualità.
Ma questa è un'altra storia...
 
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view post Posted on 25/10/2012, 14:28
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Roulottista per la vita

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Per ora proprio non mi sono stufato dei tuoi racconti, anzi !!!!!
 
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view post Posted on 26/10/2012, 13:15
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Gitano allo stato puro

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Ma, come ben sappiamo tutti, la roulotte non vuole dire solo mare. Abbiamo fatto delle bellissime esperienze in montagna, sia in estate che in inverno. Pescando qua e là fra i miei ricordi mi viene in mente una volta a Madonna di Campiglio: grandi scorpacciate di funghi che si trovavano nel bosco vicino. Erano funghi che mia moglie conosceva bene, se non sbaglio li chiamava “leguratt” nome che usava quando, da sfollata, li trovava nelle campagne del Bergamasco. Il campeggio era un po' prima di Madonna, posto notoriamente carissimo, per cui la spesa preferivamo farla a Pinzolo, qualche chilometro più a valle. Avevamo allora ancora la 124. A fare la spesa ci pensava mia moglie, io invece bighellonavo in giro e, per distrazione, avevo lasciato le chiavi nel cruscotto. Disgraziatamente la 124 era una macchina che poteva essere chiusa dall'esterno anche senza chiavi, bastava chiudere la porta anteriore e schiacciare i pomellini, poi premere quelli delle porte posteriori e chiuderle.
Eh, sì, l'ho fatto: e adesso? la macchina è chiusa come se fosse chiusa con la chiave, ma le chiavi sono dentro. I tentativi di aprirla sono infruttuosi e l'unica è andare alla roulotte a prendere le chiavi di scorta. Chi ha fatto i danno? Io. E chi deve rimediare? sempre io, naturalmente; quindi “gambe in spalla” e tornarsene alla roulotte. E poi, ovviamente, tornare giù a Pinzolo.
E poi ci sono state altre vacanze in montagna: in estate in quel posto meraviglioso che è (spero che lo sia ancora) Valnontey, una frazione di Cogne.
Avevamo già cambiato la roulotte, avevamo preso un'ARCA da 5 metri, ma di questa parleremo un'altra volta. Il problema era che era pesantissima, non ho mai avuto il coraggio di portarla alla pesa, ma così, a occhio, con caricato tutto il caricabile (veranda, attrezzatura eccetera) doveva superare abbondantemente la tonnellata, ma superarla di parecchio. La salita per Cogne era piuttosto ripida, ma il 125 che avevo allora ce la faceva abbastanza bene, in prima marcia e con il motore a circa 1500 giri. Però a un certo punto della salita, proprio nel tratto più ripido, si spegne il motore. Era la pompa della benzina che si era surriscaldata e non riusciva più a garantire il normale afflusso del carburante. Non c'è niente da fare: fermarsi e aspettare che si raffreddi, fortunatamente c'è uno slargo della strada. Ma riuscirò a ripartire in salita? Ce la farà la macchina? Basterebbe fare ancora un chilometro circa, poi diminuisce la pendenza e non dovrebbero esserci più problemi. Beh, poi è andata bene: raffreddata la pompa la macchina è ripartita, ha starnutito un po' ma poi ha fatto il suo dovere e ci ha portato a destinazione.
E lì ci si trovava fra amici: c'erano dei Romani dei quali non so il cognome, li abbiamo sempre chiamati “i Gentilini” perché erano di una cortesia estrema, c'erano altre persone con le quali si parlava di un po' di tutto. Io avevo portato un modesto telescopio con il quale noi e gli altri campeggiatori ci divertivamo a guardare un nido di aquile su una parete di fronte a noi.
Prima o poi parlerò anche del campeggio invernale. Lì si vede la differenza fra le due roulotte.
 
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view post Posted on 29/10/2012, 12:45
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Gitano allo stato puro

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D'estate però sono capaci tutti di stare in roulotte in montagna, il divertente è farlo in inverno. La prima esperienza è stata con la Sprite/Alpine e qualche problema lo abbiamo avuto. Eravamo a Gressoney St.Jean e il riscaldamento l'avevamo solo elettrico. Avevamo una stufetta/ventilatore che il caldo lo mandava, ma era tutto l'impianto elettrico della roulotte che non era fatto per reggere il sovraccarico dato dalla stufetta. I fili si scaldavano parecchio e c'era il rischio di avere degli inconvenienti molto spiacevoli. Dopo la prima volta nella quale avevamo riscontrato l'inconveniente avevo rifatto in parte l'impianto elettrico, però si dormiva con un occhio solo per tenere d'occhio la stufetta.
Ho trovato una sola foto di Gressoney, e non è molto rappresentativa, comunque eccola:

jpg

Con quei profilati dei quali si vede l'ombra sulla roulotte e con una lastra di ondulux avevo costruito una specie di antiporta, che non era un granché, però funzionava abbastanza bene.
Ma il vero campeggio invernale l'ho fatto dopo. Come avevo già accennato con la crescita della famiglia ho cambiato la mia Alpine con una roulotte più grossa.
La scelta era caduta su una ARCA, cinque metri, spaziosa, con un buon isolamento, una “cameretta” per i bambini con due letti a castello, e perfino una stufa che garantiva un'ottima climatizzazione per quando avesse fatto freddo. Al primo collaudo, però, ci era sembrato che il pavimento lasciasse passare troppo freddo. Abbiamo comperato dei pezzi di un qualcosa che si potrebbe chiamare “Moquette” (ma non era vera moquette): aveva il sotto in gomma e sopra del pelo sintetico. Li abbiamo messi insieme con un gran uso di carta gommata e abbiamo ricoperto tutto il pavimento. Dopo, si stava veramente bene. D'estate, naturalmente, quella copertura si toglieva.
Ci permetteva questo:

jpg

L'ultima foto è relativa al campeggio e La Thuile e lì si stava veramente bene. In pochi minuti si arrivava alle piste da sci con ampia scelta e, come, si è visto, con abbondante neve.
Lì però ho fatto un'altra delle mie innumerevoli sciocchezze. Ma ne parliamo un altro giorno.
 
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view post Posted on 29/10/2012, 12:50
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daniele,
se scrivi un libro te lo compro.......

:fonzie:
 
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view post Posted on 29/10/2012, 14:16
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Grazie, ma sono troppo pigro per farlo...
 
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icon1  view post Posted on 29/10/2012, 20:14
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CITAZIONE (danielegr @ 29/10/2012, 14:16) 
Grazie, ma sono troppo pigro per farlo...

Peccato.......
 
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Paolo!
view post Posted on 1/11/2012, 18:16




Bellissimi racconti storia del caravanning, ti prego di continuare...

Casualmente sei stato in alcuni posti che conosco bene, Vieste, Marina di Camerota e Palinuro.

Il terreno di baia San felice in Gargano e' diventato poi un campeggio con lo stesso nome e successivamente sempre più villaggio con spazio camping ora è chiuso perché la proprietà non locale sembra non sia interessata a riaprirlo.

Palinuro e M d Camerota sono esplosi con la superstrada prima ci arrivavano in pochi, il campeggio possibile fosse Lentiscelle?
 
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view post Posted on 1/11/2012, 18:28
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CITAZIONE (Paolo! @ 1/11/2012, 18:16) 
Palinuro e M d Camerota sono esplosi con la superstrada prima ci arrivavano in pochi, il campeggio possibile fosse Lentiscelle?

Non ricordo assolutamente il nome del campeggio (sono passati più di quarant'anni eravamo all'inizio degli anni '70): a Palinuro era proprio dentro l'abitato, mentre a Marina di Camerota era un paio di chilometri prima del paese, venendo da Palinuro.

Torniamo al mio raccontino, visto che a quanto pare è abbastanza gradito, proseguo con la narrazione della mia cretinata:

E quale sciocchezza ho fatto quella volta? Viste le basse temperature (abbiamo visto anche i -15°) avevo preferito togliere le ruote e conservarle nel box di casa. Avevo anche messo intorno alla roulotte dei pannelli di poliespanso per aumentare l'isolamento. E fin qui tutto bene. Quando però a primavera siamo ripartiti, devo aver rimesso male una ruota, quella di sinistra, o meglio, devo aver forzato troppo i cilindretti per il fissaggio della ruota spanando la vite. O, più probabilmente, non li avevo serrati bene. Quando siamo ripartiti mi sono accorto dopo qualche chilometro che c'era qualcosa che non andava nel rimorchio: mi sembrava che sbandasse un po'. Controllo: effettivamente la ruota di sinistra non è fissata bene e, girabacchino alla mano, provvedo a serrarla. Mi sembra tutto a posto e riparto. Arriviamo al campeggio (mi pare dalle parti di San Donato Milanese) nel quale volevamo lasciare il traino e controllo nuovamente la ruota. Mah, le viti non mi sembrano serrate bene e le fisso di nuovo.
E arrivano le sospirate ferie finalmente! Dai che si parte, dopo aver controllato la ruota ovviamente. Destinazione il Sud. Quale Sud? e chi lo sa, andiamo alla ventura e quando troveremo un posto adatto, ci fermeremo. Quindi Autostrada del Sole e via che si va. Superiamo Roma e ci dirigiamo verso Napoli. (qui ci vorrebbe un riferimento al grandissimo Renato Ranucci, in arte RASCEL: eravamo lì che caianellavamo del più e del meno...) che proprio in vista di Caianello mentre vado a velocità abbastanza sostenuta sento un gran botto e la roulotte che sbanda. E per di più vedo una ruota che mi sorpassa a gran velocità!
In effetti quella ruota che io a Milano avevo serrato, dopo circa 700 chilometri ha deciso che le colonnine non tenevano più... Naturalmente quando è uscita ha pensato bene di sfondarmi tutta la zona del passaruota. Ovviamente la strisciata sull'asfalto ha seriamente danneggiato il mozzo. È stato necessario chiamare il carro attrezzi che ha caricato la roulotte e l'ha portata in una specie di officina, situata in una aia nella quale circolavano oche e pollame vario, non troppo lontana. Lì, con la classica inventiva e arte di arrangiarsi napoletana hanno trovato un mozzo che si poteva adattare e una ruota, mi pare di una Volkswagen, che poteva andare bene. Ci sono voluti un paio di giorni, ma alla fine abbiamo potuto ripartire, mettendo dei ripari provvisori al passaruota. Sono convinto che se invece che dalle parti di Napoli fosse successo dalle parti di Milano, il meccanico avrebbe incominciato “bisogna ordinare il mozzo alla casa produttrice, ci vorranno almeno dieci giorni, e per la ruota la dobbiamo far venire da Pomezia: se va bene un paio di settimane per rimetterle in strada” e io mi sarei totalmente giocate le ferie (oltre ad aver speso un capitale per la riparazione).
Ho naturalmente dovuto poi far riparare il passaruota e le altri parti danneggiate, ma per quella ruota non ho più avuto problemi.
 
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danielcamp
view post Posted on 2/11/2012, 00:56




Aspetto con ansia la prossima puntata........ dai racconta.
 
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view post Posted on 4/11/2012, 15:04

Girabbbaccchino

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CITAZIONE (danielegr @ 29/10/2012, 12:45) 
D'estate però sono capaci tutti di stare in roulotte in montagna, il divertente è farlo in inverno. La prima esperienza è stata con la Sprite/Alpine e qualche problema lo abbiamo avuto. Eravamo a Gressoney St.Jean e il riscaldamento l'avevamo solo elettrico. Avevamo una stufetta/ventilatore che il caldo lo mandava, ma era tutto l'impianto elettrico della roulotte che non era fatto per reggere il sovraccarico dato dalla stufetta. I fili si scaldavano parecchio e c'era il rischio di avere degli inconvenienti molto spiacevoli. Dopo la prima volta nella quale avevamo riscontrato l'inconveniente avevo rifatto in parte l'impianto elettrico, però si dormiva con un occhio solo per tenere d'occhio la stufetta.
Ho trovato una sola foto di Gressoney, e non è molto rappresentativa, comunque eccola:

(IMG:https://image.forumfree.it/8/0/6/7/6/7/1351...03630.jpg")

Con quei profilati dei quali si vede l'ombra sulla roulotte e con una lastra di ondulux avevo costruito una specie di antiporta, che non era un granché, però funzionava abbastanza bene.
Ma il vero campeggio invernale l'ho fatto dopo. Come avevo già accennato con la crescita della famiglia ho cambiato la mia Alpine con una roulotte più grossa.
La scelta era caduta su una ARCA, cinque metri, spaziosa, con un buon isolamento, una “cameretta” per i bambini con due letti a castello, e perfino una stufa che garantiva un'ottima climatizzazione per quando avesse fatto freddo. Al primo collaudo, però, ci era sembrato che il pavimento lasciasse passare troppo freddo. Abbiamo comperato dei pezzi di un qualcosa che si potrebbe chiamare “Moquette” (ma non era vera moquette): aveva il sotto in gomma e sopra del pelo sintetico. Li abbiamo messi insieme con un gran uso di carta gommata e abbiamo ricoperto tutto il pavimento. Dopo, si stava veramente bene. D'estate, naturalmente, quella copertura si toglieva.
Ci permetteva questo:

(IMG:https://image.forumfree.it/8/0/6/7/6/7/1351...03631.jpg")

L'ultima foto è relativa al campeggio e La Thuile e lì si stava veramente bene. In pochi minuti si arrivava alle piste da sci con ampia scelta e, come, si è visto, con abbondante neve.
Lì però ho fatto un'altra delle mie innumerevoli sciocchezze. Ma ne parliamo un altro giorno.

mamma mia, mamma mia, mamma mia ... troppo bella la foto con la roulotte sommersa dalla neve, fantasticooooooooooooooooooooooooo
anche a noi succedeva la stessa cosa, primi anni '80, Lanzo d' Intelvi (Como) ... ho le lacrime agli occhi, che nostalgiaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!

grande danielegr

:thankyou:
 
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view post Posted on 6/11/2012, 16:50
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L'ultima volta che ho usato la roulotte è stato nel 1988. Con moglie e figlia (il figlio intanto si era sposato) abbiamo voluto fare le ferie in Jugoslavia (c'era ancora). Tutto bene fino alla frontiera, dove inizia una coda micidiale per passare la dogana. Con un po' di pazienza arriva il nostro turno: passaporto, libretto, carta verde... E la carta verde della roulotte dov'è? Cerco di qua e cerco di là mentre il doganiere jugoslavo aspetta. Dopo un minuto o due il doganiere mi dice, in buon italiano “se non ce l'ha, non ce l'ha... passi pure”. La Jugoslavia avevi dei grossi problemi economici, e mandare indietro un turista che poteva portare quattrini solo perché mancava un pezzo di carta, non era conveniente.
Passata la frontiera era già quasi ora di pranzo: ci fermiamo in un ristorantino che ha di fronte uno spazio bello grande per parcheggiare la roulotte. Alla ripartenza non mi accorgo che tra lo spiazzo e la strada c'è un gradino e purtroppo tocco dentro con il mozzo della ruota destra. Non mi accorgo subito della gravità del danno e proseguo, con il risultato che dopo un po' di chilometri la gomma, che lavorava male a causa della botta e sfregava contro un qualcosa che non avrebbe dovuto essere lì, si taglia.
E come si fa a cambiare una ruota alla roulotte? Provo ad alzarla con il cric della macchina, con il girabacchino dei piedini: niente da fare. Per fortuna passa di lì un furgoncino con una gru: in quattro e quattr'otto sollevano la roulotte, cambiano la ruota e mi fanno notare che però anche la seconda gomma farà la fine della prima, se non si riesce ad eliminare quello sfregamento. Quindi vado molto lentamente fino al primo paesello e lì mi faccio indicare un fabbro che potesse intervenire. Interviene in fretta e risolve il problema, carica la roulotte sul suo carro attrezzi, la ripara e me la riporta.
Finiti i guai per quelle ferie, finalmente! Il periodo seguente è stato bello (e meno male...). Ricordi particolari? Sì, certo. Mostar e Sarajevo, per esempio. A Mostar salimmo su una torre dalla quale si vedevano le chiese cattoliche, quelle ortodosse, le moschee islamiche e le sinagoghe e ognuno rispettava le religioni altrui.

mostarn



A Sarajevo parlammo con alcuni venditori di oggetti in rame (l'italiano era compreso da molti) e uno di questi ci diceva: Qui ognuno ha la sua religione però ci troviamo tutti insieme e giochiamo a carte. Quando arriva l'ora della preghiera ognuno va verso la chiesa della sua religione, e poi, una volta finito, ci ritroviamo qui per finire la partita.

ottonai



Mi ha fatto male, un paio d'anni dopo, pensare che quella gente che era, o almeno sembrava, così tollerante verso gli altri, adesso era in guerra con quelli che erano i loro compagni al tavolo delle carte.

Il ponte di Mostar, come era prima che lo bombardassero.

mostarponte




 
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view post Posted on 20/11/2012, 09:57
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Proprio quell'anno visitammo i Laghi di Plitvice: una delle meraviglie del mondo moderno. O almeno lo erano prima che la guerra civile li bombardasse e provocasse danni anche a loro. Credo che siano oramai stati ripristinati, ma non ne ho esperienza diretta. Bellissimi, ho appena detto: un riuscitissimo connubio fra la natura e l'intervento dell'uomo. Si entrava da una delle numerose porte del parco e si imboccava uno qualunque dei tanti sentieri attrezzati e ben curati. Impossibile girarli tutti, erano troppi. Qualcuno di questi sentieri era abbandonato e quindi privo di manutenzione, di conseguenza con scalette semidiroccate, tratti pericolosi e privi di segnalazioni. Ovviamente io ho subito imbroccato uno di questi sentieri abbandonati (mia moglie e mia figlia me lo stanno rinfacciando ancora adesso...). È stato abbastanza complicato, ma alla fine, tra urlacci e strilli delle mie donne siamo arrivati a ritrovare la strada giusta.
Qualche foto del parco (non avevo voglia di caricarle su Imageshack, sono su Picasa e basta cliccare sul link per vederle): una delle tantissime cascate:

https://plus.google.com/photos/11821752755...3778?banner=pwa

una passerella sui laghetti:

https://plus.google.com/photos/11821752755...9970?banner=pwa

eravamo un po' più giovani...

https://plus.google.com/photos/11821752755...8930?banner=pwa

altre passerelle:

https://plus.google.com/photos/11821752755...1154?banner=pwa

laghi e cascate:

https://plus.google.com/photos/11821752755...5330?banner=pwa

ce n'erano una quantità di questi, mi pare che si chiamino “mazze da tamburo”

https://plus.google.com/photos/11821752755...2322?banner=pwa

L'ultima parte fra qualche giorno. Ciao ciao!
 
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view post Posted on 20/11/2012, 19:30
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CITAZIONE (danielegr @ 29/10/2012, 14:16) 
Grazie, ma sono troppo pigro per farlo...

da quanto scrivi non si direbbe... :lol: :lol: :fonzie:
 
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view post Posted on 23/11/2012, 14:29
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No, probabilmente si chiamavano “ombrello del Negus” (i funghi dell'ultima foto) D'altronde forse i due nomi si riferiscono a diverse fasi della maturazione del fungo stesso. Ma sto andando fuori tema.
Era stata una bellissima giornata, sole, natura almeno apparentemente incontaminata e panorami bellissimi. Questo fino, più o meno, al pomeriggio inoltrato, diciamo intorno alle cinque. A quell'ora si è scatenato il finimondo, pioggia a catinelle, vento e freddo. Riusciamo, quando però eravamo oramai belli fradici, a ripararci in una delle tante porte del parco. Ma questa porta è parecchio lontana da quella dalla quale eravamo entrati, praticamente alla parte opposta del parco stesso. Che si fa, allora? Fortunatamente, fra la gente riparata sotto la tettoia per ripararsi dalla pioggia c'era anche una coppia di italiani che si è offerta, visto che avevano il camper lì vicino, di accompagnarmi fino all'ingresso presso il quale avevo lasciato la nostra macchina.
Arriviamo all'ingresso del parcheggio che era già buio, però almeno non pioveva più forte. Ringrazio e incomincio a cercare la nostra macchina. Dove diavolo l'avrò messa? Qui ci sono un sacco di vialetti e potrebbe essere in ognuno di questi e col buio non è facile trovarla. Finalmente un colpo di fortuna, la vedo (o meglio, la intuisco) laggiù in fondo. Beh adesso è facile, salgo e torno a riprendere le mie donne che già mi davano per disperso...

F I N E


 
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